Sig P210, la saga
Tutto cominciò nel 1937, quando la Sig acquistò la licenza per produrre pistole basate sul sistema di chiusura Petter, utilizzato nella nuova ordinanza francese Sacm 1935. Da quel momento, iniziò uno studio volto a migliorare le caratteristiche del progetto. Il primo punto di arrivo si ebbe nel 1944, quando fu iniziata la produzione (su limitatissima scala) della Selbslade pistole Neuhausen 44/16 calibro 9 mm parabellum. L’arma aveva un caricatore bifilare da 16 colp…
Tutto cominciò nel 1937, quando la Sig acquistò la licenza per produrre pistole
basate sul sistema di chiusura Petter, utilizzato nella nuova ordinanza
francese Sacm 1935. Da quel momento, iniziò uno studio volto a migliorare le
caratteristiche del progetto. Il primo punto di arrivo si ebbe nel 1944, quando
fu iniziata la produzione (su limitatissima scala) della Selbslade pistole
Neuhausen 44/16 calibro 9 mm parabellum. L’arma aveva un caricatore bifilare da
16 colpi, e partecipò ai primi test per la sostituzione della Luger 06/29. Nel
1947, però, fu definitivamente adottata la versione monofilare di otto colpi,
denominata Selbslade pistole 47/8. Questa pistola, e la variante commerciale
P210, è unanimemente reputata come una delle semiautomatiche moderne più
precise, accurate e meglio rifinite del mondo.
A fianco: gli accessori per regolare il mirino. Quello al centro è per la
210/5. A sinistra: due diversi modelli di attrezzi per riempire i caricatori.
Le varianti della versione militare 47/8 sono riassumibili così: primo tipo,
calibro 9 mm, matricole comprese tra 6.000 e 6.900 circa, dotato di avviso di
colpo in canna; secondo tipo, matricole comprese tra 6.900 circa e 7.000,
sprovvisto di avvisatore. 87 armi, comprese tra 6.541 e 6.862, sono state
consegnate a privati, quindi hanno il suffisso P. Le conversioni calibro .22
(indifferentemente militari e civili) hanno matricole comprese tra 40.000 e
49.999. Fa eccezione l’unica P210/5 prodotta in .22, che ha matricola 88.570,
identica a una gemella in 7,65 mm parabellum. Alla 47/8 fece seguito la
versione definitiva, adottata nell’ottobre 1948, con la denominazione ufficiale
di Pistole, modell 1949. La serie militare fu numerata da 100.001 fino a
213.110 e fu adottata anche dalle polizie di Basilea, Losanna, e Zurigo e anche
dalla Danimarca e dalla polizia tedesca. Si possono identificare le seguenti
varianti: tra la matricola 100.001 e 107.210 la leva dell’hold open è zigrinata
e non è presente la prima monta del cane; fino alla matricola 109.710 la leva
dell’hold open è ancora zigrinata, ma compare la prima monta; a partire da
120.001 la leva hold open diventa rigata; le armi tra 109.711 e 120.000 hanno
finitura sabbiata e guance in plastica. Il primo contratto comprende le
matricole fino a 187.649, il secondo (a partire dal 1954) le successive. I
modelli commerciali, invece, sono contraddistinti dalla sigla P210. Si parte
dalla 210 propriamente detta, anche definita (solo sui libri) 210/1. È stata
prodotta sia in 9 mm sia in 7,65 mm parabellum. Le matricole, per tutti i
modelli commerciali, partono da P50.000 e arrivano a P99.999, per ripartire da
P300.001. Le P210/3 fanno eccezione, essendo numerate in serie separata da
P8.001 a P8.900 e da P79.900 a P79.950. La P210 ha tre varianti, simili a
quelle riscontrate sulla 49. In effetti, le due armi sono identiche, salva
l’incisione del modello sul fianco del carrello e la serie matricolare. La
prima variante ha la leva hold open zigrinata e il cane senza prima monta. La
seconda ha la prima monta, la terza aggiunge l’hold open rigato
orizzontalmente. Le prime due varianti hanno guance in legno rigate
orizzontalmente, mentre la terza può avere il legno rigato, zigrinato lucido o
zigrinate e finite a olio. Sono state adottate anche guancette in plastica. Con
sovrapprezzo, era disponibile la tacca regolabile.
A fianco: lo zoccolo della canna calibro .22 è sprovvisto dell’asola del
sistema Petter. A sinistra: la conversione .22 comprende canna, carrello più
leggero, caricatore, molla di recupero e scatto con cane alleggerito.
La P210/2 (a destra) si distingue esclusivamente per la finitura sabbiata opaca
e può avere entrambe le tipologie di hold open. È stato riportato un esemplare
sprovvisto di monta del cane. La P210/3, prodotta solo in 9 mm parabellum, è
dotata di avvisatore di colpo in canna. Buona parte di queste armi sono state
cedute alla polizia di Basilea, e precisamente tra le serie P8.000-P8.250,
P8.321-P8.349. P8.401-P8.540, P8.686-P8.723, P8.784-P8.823 e P8.874-P8.893.
La P210/4 (a sinistra), oltre all’avviso di colpo in canna, si distingue per la
finitura sabbiata e per l’assenza dell’anello del correggiolo sul lato sinistro
dell’impugnatura. È il modello adottato dalla Danimarca e dalla polizia
tedesca. Le armi tedesche sono numerate da D0001 a D5.000, mentre quelle danesi
sono numerate da 0001 a 16.607 per il primo contratto, da 16.608 a 25.513 per
il terzo e da 35.025 a 36.441 per il quarto e ultimo lotto. Le pistole recano
anche la corona danese e, quelle del primo contratto, le lettere HTK.
La P210/5 è la versione dedicata al tiro. Ha la canna più lunga del carrello,
offerta in due lunghezze (150 o 180 mm) e presenta una vite per il fissaggio
del pacchetto di scatto (estraibile su tutti i modelli) al fusto. Il grilletto
è più arcuato. La tacca di mira è regolabile. Il mirino non è posto sul
carrello, ma sulla sommità di una boccola intorno all’estremità della canna. È
stata prodotta anche una variante con castello appesantito, compresa tra 52.222
e 66.385. Quella ritratta a destra è l’unica prodotta in calibro .22, matricola
88.570. Si riconosce per il carrello scaricato posteriormente. La penultrima
variante è la P210/6, identica alla 210 ma dotata di una differente tacca di
mira fissa e del grilletto “target” della 210/5. cinquanta esemplari furono
realizzati con fusto appesantito, metà calibro 9 e metà calibro 7,65, su
richiesta dell’armeria Hofman und Reinhart di Zurigo. Sono numerate da 79.101 a
79.150. Conclude la serie la 210/7, costruita solo in .22 Lr. Presenta la vite
di fissaggio del pacchetto di scatto e il carrello è scaricato in maniera
diversa che nelle conversioni. È stata prodotta in soli 380 esemplari.
Ricordiamo, inoltre, gli allestimenti commemorativi per i 125 anni della Sig e
per i 700 anni della Confederazione elvetica.
Il primo modello di confezione per la P210. È realizzato in cartone e, per
un’arma del pregio e del costo di una Sig, appare decisamente inadeguato. Le
lingue ufficiali svizzere sono tedesco, francese e italiano, tuttavia
quest’ultima è sostituita dall’inglese nelle confezioni commerciali.
Per ulteriori immagini e informazioni, consultate l’articolo su Armi e Tiro di
giugno 1996.