Problemi legati alla crisi post covid-19, ma anche la difficoltà di competere per le grandi gare militari. Lo stabilimento, molto moderno, conta 125 lavoratori
Sig Sauer, nota azienda produttrice di armi tedesca, secondo le informazioni riportate da fonti locali, chiuderà entro la fine dell’anno il sito produttivo di Eckernförde, città dello Schleswig-Holstein, sul mar Baltico, vicino a Kiel. Due giorni fa, 4 giugno, l’amministratore delegato, Tim Castagne, ha informato l’intera forza lavoro, costituita da 125 persone, e i sindacati. “La decisione degli azionisti è amara e mi rende triste”, ha dichiarato.
Sullo sfondo la crisi a seguito della pandemia, ma anche il fatto che Sig Sauer non sarebbe stata messa in grado di prevalere contro la concorrenza sulle grandi gare, per esempio per il nuovo fucile d’assalto della Bundeswehr. Questo a causa del suo orientamento internazionale: negli Stati Uniti l’esercito è equipaggiato con pistole Sig Sauer, in Gran Bretagna le unità antiterrorismo si affidano ai fucili d’assalto Sig Sauer, tuttavia si tratta di armi prodotte e vendute dalla sorella americana Sig Sauer inc a Newington (New Hampshire) e non a Eckernförde. L’azienda tedesca è, poi, obiettivo da lungo tempo degli attivisti per il disarmo in Germania.
Il marchio è di grande tradizione, che risale a quella di Sauer, fondata a Suhl nel 1751 e della svizzera Sig, fondata nel 1853, confluite nell’unica azienda nel 1976. Appartiene al Blaser group, guidato da Michael Lüke, che comprende altri importanti marchi come Blaser, Sauer & sohn, Mauser, Rigby, Gsg, Diana e Minox. A Eckernförde si costruisce la gamma di pistole X-Five e X-Six, poi la P226 ancora estremamente diffusa in ambito forze di polizia, nonché la classicissima P210, ma anche il fucile d’assalto Ar-style Sig516 in .223 Remington/5,56×45, le carabine da tiro Str 200 in 6,5×55 e .22 long rifle e lo sniper Ssg 3000 in .308. Vi si costruiscono anche altre parti principali (per esempio anche per l’Mcx), mentre un’altra azienda del gruppo in Bulgaria fa minuteria. Qui vi è anche un reparto Ricerca & sviluppo separato da quello degli Stati Uniti.