Con l'entrata a regime del riordino delle carriere per gli appartenenti alla polizia di Stato, già criticato da alcuni sindacati, sono stati presentati i nuovi distintivi di grado, che suscitano perplessità
Dopo l’entrata in vigore del riordino delle carriere per la polizia di Stato, sono stati presentati i nuovi distintivi di qualifica (in pratica i “gradi”), nell’ambito della riunione presso l’ufficio di coordinamento e pianificazione delle forze di polizia.
La novità che più velocemente balza agli occhi è che sono state previste nuove qualifiche, cioè assistente capo coordinatore, sovrintendente capo coordinatore e sostituto commissario coordinatore. Per i funzionari, sono inoltre state previste qualifiche ad hoc per la fase transitoria del riordino delle carriere, che però si prevede debbano cambiare un volta che la riforma sarà a regime. I sindacati di categoria hanno commentato in modo a dir poco scettico la questione dei “gradi”, ma anche sul riordino delle carriere in sé i giudizi non sono positivi.
Gianni Tonelli, segretario del Sap, ha eccepito che i gradi “vanno assolutamente rivisti, poiché la grafica scelta non fa altro che creare confusione. Infatti non si riesce a identificare in modo chiaro chi svolge la funzione di assistente capo coordinatore, dal momento che il quarto baffo rosso contornato in giallo non è molto intuitivo”. Tonelli ha poi definito “inaccettabile” la decisione di adottare due diversi distintivi per i funzionari nella fase transitoria e una volta che il riordino sarà a regime. Il Sap poi ha puntato il dito contro il distintivo da vice commissario, poiché "nel passaggio da sostituto commissario perde la losanga e ciò fa sembrare la qualifica inferiore. Ecco perché per mantenere la corretta gerarchia tra sostituto e vice commissario, il distintivo di quest’ultimo dovrebbe essere dotato di almeno due stelle”.
Dello stesso tenore il commento del Consap, rappresentato all’incontro dal presidente nazionale Mauro Pantano: “In una società sempre più orientata all’immagine è necessario scegliere con attenzione i distintivi di qualifica che, oltre a rappresentare un riferimento per la collettività, hanno rilevanti effetti sulla motivazioni professionale per coloro che andranno a indossarli”.
Anche sull’operazione riordino in sé, comunque, Tonelli era stato già molto critico, commentando lo scorso marzo: “Oggettivamente questo non è un riordino, perché, su 927 milioni di euro, otre 800 vengono spalmati in un’operazione di riparametrazione, un provvedimento che non incide sui processi di carriera, ma unicamente sui trattamenti economici. Questa è la diretta conseguenza dell’errore enorme commesso, con una miopia infinita, dal Governo precedente, ossia quello di investire negli 80 euro una tantum che oggi, però, sono diventati strutturali e quindi devono essere alleggeriti del 60,2% di tasse per arrivare a circa 32 euro in busta paga. Come dicevo, queste risorse vengono messe nel riordino, ma non vengono utilizzate per rivedere un percorso di carriera, come si fece con il riordino del 1995 e con quello del 2000, ma solamente per tentare di ammortizzare la perdita del potere d’acquisto del salario dovuta all’eliminazione degli 80 euro dagli stipendi di tutti gli appartenenti al comparto sicurezza a fine settembre”.