Pesa solo 400 grammi ma, grazie al fusto modulare in lega leggera e polimero, è in grado di assorbire “magicamente” il rinculo mantenendo una controllabilità da “full steel”. Anche la precisione è molto valida
A prima vista, è difficile distinguere il nuovo M&P Bodyguard 38 da uno dei moderni revolver Smith & Wesson derivati dal modello Centennial (cioè con cane interno e scatto in sola Doppia azione), come il 340 in .357 magnum o il 342 in .38 special, realizzati con fusto in alluminio allo scandio e tamburo in titanio. Il primo dettaglio che salta però all’occhio è il dispositivo di sblocco del tamburo per il caricamento, che non è più lo storico, tradizionale nottolino posto sul lato sinistro del telaio, da spingere in avanti, bensì è adesso costituito da una slitta polimerica posta sul dorso del telaio, alle spalle della tacca di mira, in pratica sopra la carenatura del cane interno. La slitta funziona concettualmente allo stesso modo del nottolino tradizionale, solo che si trova in una posizione più intelligente, sia perché in questo modo è stato possibile più che raddoppiare la superficie di presa per il pollice, sia perché in quella posizione non c’è il rischio di abrasione per il pollice della mano destra durante il tiro, per effetto del rinculo.
Una volta presa confidenza con questa prima differenza, è possibile notarne una seconda, cioè che il telaio è in realtà costituito da due elementi distinti: la porzione superiore, in lega leggera di alluminio, e quella inferiore, che comprende impugnatura e ponticello, che è in polimero ed è fissata alla parte superiore mediante spine, viti e incastri. Polimerica anche la tradizionale cartella sul lato destro, per accedere alla meccanica interna, che prevede adesso viti Torx anziché a taglio normale.
Quali sono i vantaggi di questa soluzione? Innanzi tutto un costo di produzione inferiore, ma questo aspetto risulta trascurabile in relazione al vantaggio tecnico, costituito dal fatto che l’impugnatura polimerica è in grado, allo sparo, di “lavorare” in modo dinamico, contribuendo efficacemente allo smorzamento del rinculo. Il tutto, con un peso analogo (ma forse anche leggermente inferiore) rispetto a un telaio interamente in lega leggera. La dimostrazione è che quest’arma, pur avendo un tamburo in acciaio inox e non in titanio, pesa soli 90 grammi in più rispetto al suo antenato Smith 342, con telaio allo scandio. Ma il comportamento allo sparo è ben diverso, come vi riferiremo.
Anche la meccanica interna è stata completamente rivista rispetto al classico Smith & Wesson, in particolare per quanto riguarda il sistema di blocco in chiusura del tamburo: secondo lo schema Smith, normalmente c’è un pistoncino che protrude dal centro della stella di estrazione del tamburo e si inserisce in un foro nello scudo di rinculo, a fianco del quale c’è la feritoia dalla quale protrude la leva che comanda la rotazione del tamburo (il cosiddetto bocciolo). Nel Bodyguard, invece, dallo scudo di rinculo protrude una sorta di “rotore” che funge sia da sistema posteriore di blocco del tamburo, inserendosi in una sede al centro della stella di estrazione, sia da elemento di comando per la rotazione. A tal fine questo rotore è dotato di cinque alette, che combaciano con analoghe sedi sulla stella di rotazione. Quando si aziona (in avanti) la slitta di apertura, il rotore arretra liberando il tamburo, quando si riporta quest’ultimo in chiusura, dopo averlo rifornito di cartucce, il rotore riaggancia la stella, sfruttando una opportuna conicità. Il secondo punto di chiusura è posto nella parte anteriore del telaio ed è costituito da un pistoncino a molla che va a impegnare una apposita sede conica nella parte inferiore del giogo del tamburo. Questa soluzione è molto valida in rapporto a quella tradizionale Smith & Wesson, che prevedeva invece un pistoncino all’estremità anteriore della carenatura della bacchetta di espulsione, perché in tal modo la bacchetta medesima ha molto più spazio a disposizione anche con soli 2 pollici di canna, quindi può essere più lunga e, quindi, avere una superiore escursione. Nel Bodyguard, questa escursione è di 22 millimetri.
Altra cosa interessante è che il telaio superiore del Bodyguard, in lega leggera, è un tutt’uno con il fodero esterno della canna, che funge da supporto per il mirino e da carenatura per la bacchetta dell’espulsore. La canna, in acciaio inox, è inserita all’interno di questo manicotto e avvitata al telaio. Il vantaggio di questa soluzione è che si può assicurare in modo assoluto l’assialità tra mirino e tacca di mira. Anche il tamburo è in acciaio inox, ma è ricoperto da un trattamento Pvd che conferisce un aspetto nero opaco, come fosse una brunitura ma, ovviamente, molto più resistente. Anche in questo caso, la tecnologia è progresso…
Gli organi di mira sono l’elemento rimasto più classico in questo revolver e consistono in una tacca di mira fissa, a “U”, ricavata per fresatura sulla sommità del telaio, e in un mirino a lama senza riferimenti colorati o in fibra, fissato al manicotto della canna per mezzo di due spine. Esiste anche una versione di questo revolver che porta integrato sulla cartella, lato destro, un puntatore laser Crimson trace.
Per quanto riguarda lo scatto, la corsa del grilletto presenta uno sforzo uniformemente distribuito e costante e una notevole pulizia. Il peso complessivo non è contenutissimo, siamo intorno ai 5.500 grammi, tuttavia le buone caratteristiche lo fanno sembrare inferiore e, soprattutto, è assente qualsiasi collasso di retroscatto.
Il vero punto debole degli snub nose Smith & Wesson su telaio “J” con canna di 2 pollici è la ridottissima escursione della bacchetta di espulsione che, in un calibro comunque dal bossolo lungo come il .38 special (e ancor più il .357) fa sì che i bossoli siano sfilati dalle camere per meno di metà lunghezza, il che significa spesso (non sempre) che anche agendo con la massima decisione sulla bacchetta, e inclinando in modo opportuno il revolver, i bossoli medesimi non cadano spontaneamente ma debbano essere sfilati a mano uno a uno. La prima gradita novità con il Bodyguard è che qualsiasi sia la munizione, orientando la volata verso l’alto e dando un deciso colpetto sulla bacchetta (che presenta escursione praticamente doppia rispetto al passato), il bossoli vengono letteralmente sparati fuori e, di conseguenza, la ricarica risulta fulminea (per quanto possa esserlo in un revolver, ma ci sono gli speed loader, comunque).
L’impugnatura è di tipo monopezzo, in polimero piuttosto rigido, ricorda vagamente i vecchi “manici” round butt dei Chief’s special, Bodyguard e Centennial dei tempi d’oro ma risulta più corposa nel palmo della mano, il che è ovviamente un bene. Lo sviluppo in altezza è prevedibilmente modesto, al fine di non compromettere l’occultabilità, per questo motivo è logico constatare che il mignolo resta “disoccupato”.
Per quanto riguarda le munizioni, abbiamo voluto testare un ventaglio piuttosto ampio di pesi di palla, partendo dalle leggerissime 110 grs Fmj a punta piatta Fiocchi per giungere alle “intermedie” semiblindate a punta molle di 125 grani sempre Fiocchi, concludendo con le classicissime blindate a punta ogivale Fiocchi di 158 grs. A queste, abbiamo aggiunto le wad cutter di 148 grani prodotte dalla Federal. Giova sottolineare che, diversamente dal revolver 342 con telaio in scandio, per il Bodyguard non sono previste limitazioni nel peso di palla delle cartucce (per il 342 era vietato l’impiego di munizioni con palle di peso inferiore ai 120 grani). A proposito del wad cutter, concepito per il tiro accademico, è opportuno sottolineare che conserva una notevole potenzialità nella difesa personale a breve distanza, in particolare abitativa, perché a fronte di una velocità modesta dispone comunque di una buona efficacia terminale grazie alla palla frontalmente piatta, inoltre rinculo, vampa e rumore dello sparo sono contenuti al massimo. Da non sottovalutare, in uno snub nose e per di più nel chiuso di una stanza.
A proposito di rinculo, non possiamo negare di esserci avvicinati alla prova con una buona dose di timore reverenziale, ricordando quella del 342 Pd di alcuni anni fa che, per il palmo della mano e le dita, era risultata a dir poco “eletrizzante”, nel senso che sembrava di aver toccato i cavi della corrente a 380 volt. Il Bodyguard ha soli 90 grammi di peso in più rispetto al 342, quindi era logico attendersi… dolori. Invece… invece la tecnologia ha esplicato in pieno la propria efficacia, consentendo di fare una vera magia: anche con le munizioni più prestanti, cioè le Sjsp di 125 grani, salutate anche da una corposa e brillante vampa di bocca, il rinculo è risultato del tutto dominabile e corrispondente a quello di un revolver delle medesime dimensioni, ma con telaio interamente in acciaio. Merito delle proprietà di assorbimento delle sollecitazioni del telaio e dell’impugnatura polimerici.
L’ulteriore sorpresa è arrivata dal punto di vista della precisione: dopo un paio (non di più, giurin giuretta…) di tamburi di affiatamento, il punto di impatto dei colpi è risultato coincidente con il punto mirato e i raggruppamenti ottenuti alla distanza di 10 metri hanno cominciato a farsi molto più che gratificanti, considerando la ridotta lunghezza della linea di mira e il fatto che, inevitabilmente, si doveva sparare in Doppia azione. Le uniche cartucce che, a nostro avviso, sono risultate un pochino meno performanti sono state le 110 grs Fmjfn che, oltre a una leggera dispersione, sono giunte sul bersaglio più basse di circa 10 cm rispetto al punto di mira.
La prova completa su Armi e Tiro di febbraio 2020
Produttore: Smith & Wesson, smith-wesson.com
Distributore: Prima armi, via San Paolo 10, 10060 Pinasca (To), tel. 0121.32.14.22, primarmi.it
Modello: M&P Bodyguard 38
Tipo: revolver
Calibro: .38 special+P
Alimentazione: tamburo basculante
Numero colpi: 5
Lunghezza canna: 1,875 pollici (48 mm)
Lunghezza totale: 6,6 pollici (168 mm)
Spessore: 34 mm
Scatto: Doppia azione
Percussione: cane interno a rimbalzo, percussore a grano riportato nel fusto
Sicura: automatica
Mire: fisse
Materiali: tamburo e canna in acciaio inox, telaio in polimero e lega leggera, impugnatura in polimero
Finiture: tamburo con trattamento Pvd nero opaco, telaio anodizzato nero opaco, canna al naturale
Peso: 400 g
Qualifica: arma comune
Prezzo: 629 euro, Iva inclusa