Il procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili, ha rilasciato una prima dichiarazione sulla sparatoria avvenuta in una villa di Rodano (Mi), nella quale è morto un albanese pluripregiudicato (in foto): dal summit in procura con i carabinieri, in base alle prime risultanze investigative sarebbe emersa con chiarezza la legittima difesa. Il presidente dell'Assoarmieri, avvocato Antonio Bana, riassume con un proprio comunicato le linee guida seguite dagli inquirenti per accertare la legittima difesa:
"I fatti, per come avvenuti – sono naturalmente in corso delle indagini – potrebbero “blindare” in modo evidente i corretti presupposti della legittima difesa a favore di Rodolfo Corazzo, commerciante di gioielli, aggredito mentre rientrava a casa da tre malviventi proprio all’interno della sua abitazione. Da una prima ricostruzione dei fatti si possono evidenziare le seguenti circostanze:
– Chi ha reagito in questo caso all’aggressione a scopo di furto e/o rapina è e deve essere tutelato dalla legge. Bisogna certamente vedere come sono andate le cose per dimostrarlo nel processo penale.
– Il gioielliere ha reagito perché ha subito un’aggressione (i ladri minacciavano con una pistola la figlia di 10 anni) e con il suo gesto se ne è assunto la responsabilità in modo legittimo.
– Vi è stato l’uso dell’arma da parte del gioielliere in modo lecito di fronte ad un’offesa attuale diretta sia alla propria vita sia a quella altrui (in questo caso figlia e moglie).
– Vi è stata sicuramente una proporzione tra difesa ed offesa.
– In questo caso gli aggressori che hanno minacciato la famiglia Corazzo risponderanno penalmente del reato commesso. Per la rapina in appartamento, infatti, il codice penale prevede, attraverso un’apposita aggravante, la reclusione fino a 20 anni. Oltre, eventualmente, alla pena per il tentativo di lesioni o omicidio, l’aggredito potrà risponderne solo nella misura in cui non ricorreranno i presupposti della legittima difesa. Bisogna certamente comprendere e valutare con attenzione che i casi di cronaca passati, presenti e futuri pongono questioni complesse e devono essere accertati nelle opportune sedi con il massimo rigore da tutte le parti in causa. Nel 2006 è stata introdotta una disciplina apposita per la legittima difesa nel domicilio realizzata con l’impiego di armi legittimamente detenute, con l’intento di allargare le maglie della discriminante dell’art. 52 c.p. Diamo quindi forza alla tutela dei nostri cittadini, ad una legittima difesa che non è forma di giustizia privata, ma segnale forte di un diritto inviolabile costituzionalmente!