Il senatore leghista ha depositato un’interrogazione per chiedere spiegazioni al ministero dell’Ambiente in merito alla mancata emanazione di una strategia per il contenimento delle specie alloctone invasive
In Italia le specie alloctone si sono ormai diffuse a macchia d’olio su tutto il territorio, creando danno all’agricoltura, alla pesca e alla fauna autoctona, rappresentando, inoltre, anche un potenziale rischio per la salute umana. Tra le specie “importate” più problematiche ci sono la nutria, originaria del Sud America, e lo scoiattolo grigio americano, apparentemente innocuo, più grande e resistente rispetto allo scoiattolo rosso europeo.
Già nel 2018 Ispra aveva pubblicato delle linee guida per il contenimento delle specie alloctone invasive (Dls 15 dicembre 2017, n. 230) che però sono rimaste lettera morta, non ancora convertite dal ministero dell’Ambiente in indicazioni precise alle pubbliche amministrazioni e ai cittadini per mettere in campo azioni concrete. «Il depauperamento continuo dello stato di conservazione della maggior parte degli habitat a livello nazionale, dovuto anche alla diffusione di specie alloctone invasive é fatto noto, supportato da numerosi studi che rilevano l’occupazione di nicchie ecologiche da parte di moltissime specie aliene a discapito di quelle autoctone» ha dichiarato Bruzzone, che ha aggiunto «piante ed animali provenienti da altri continenti continuano a proliferare sul nostro territorio, arrecando non solo danno agli endemismi, ma anche alle attivitá antropiche quali l’agricoltura, la pesca e l’allevamento, nonché in alcuni casi alla salute umana». Il senatore leghista ha, quindi, depositato un’interrogazione per chiedere al ministero qui intervenire e di coinvolgere nella discussione tutti i portatori di interesse coinvolti, ovvero agricoltori, cacciatori, pescatori e proprietari di fondi.