Il Tar della Lombardia accoglie un ricorso animalista contro la caccia ai valichi, vietando ogni forma di prelievo nei pressi delle zone di passaggio dei migratori. Pericolo scampato, ma l’economia “green” minaccia le specie migratrici ben più della caccia
Il Tar Lombardia ha accolto il ricorso di una associazione animalista riguardo la caccia svolta nei pressi dei valichi montani. È proprio in corrispondenza dei valichi, infatti, che le specie migratrici hanno punti di transito massicci, per poter volare senza essere costretti a superare cime ben più alte. Con questo provvedimento si sancisce la chiusura di ogni forma di caccia in questi punti di passaggio vitali delle rotte degli uccelli migratori e, nel caso di ritardi nell’applicazione della sentenza, si introdurrebbe la figura di un commissario che disporrà su tale vincolo. I valichi hanno sempre rappresentato una grande importanza per il settore venatorio, ma lo sono altrettanto per la collocazione, molto enfatizzata e sponsorizzata dall’economia “green” delle stesse associazioni animaliste anticaccia, delle pale eoliche che dovrebbero, così si dice, portarci all’autonomia della produzione di energia elettrica, sfruttando le cosiddette fonti alternative. Le pale eoliche andrebbero collocate proprio sui valichi, perché, come insegnano gli uccelli migratori, è in queste valli che i venti si incuneano e fanno, o dovrebbero fare, girare costantemente le pale per produrre energia. Ma, purtroppo, le pale eoliche rappresentano per i migratori un nemico molto più pericoloso della caccia. Gli uccelli, infatti, non perdono le loro abitudini e continuano a passare in tali valichi, che ci siano le pale eoliche o meno. Così, specialmente di notte, essendo le pale invisibili, ne falciano a centinaia. Ricordiamo che un solo pilone di pala eolica è alto dai 100 ai 130 metri, circa, e che ognuna delle tre pale raggiunge gli 80 metri di lunghezza. Il degrado ambientale che le circonda non finisce qui, in quanto bisogna porre la base in cemento che tiene in piedi il pilone. Per cui un quadrato di cemento armato di decine e decine di metri e tonnellate di cemento da impiantare nel terreno. Seguono poi, essendo posti i piloni in serie continua di 6/8 o più piloni per altrettante pale, sbancamenti di chilometri per la posa dei cavi che porteranno la corrente prodotta. I migratori ringraziano.