Negli ultimi anni, per il mercato europeo e italiano non è sempre stato facilissimo ottenere armi sportive e da caccia prodotte da aziende statunitensi: ciò perché, in particolare dal 2020 in avanti, la richiesta del mercato interno nordamericano è stata talmente potente da assorbire quasi completamente le capacità produttive delle aziende di armi e di munizioni. In questo inizio di 2024 potrebbe, tuttavia, aggiungersi un altro motivo di scarsità di armi yankee nelle nostre armerie, dovuto a un motivo squisitamente burocratico e senza precedenti. Infatti, alla fine di ottobre 2023 il dipartimento statunitense per il commercio ha reso noto di aver disposto una sospensione di 90 giorni alle esportazioni di armi civili fuori dagli Stati Uniti. Dal provvedimento sono state escluse le autorizzazioni già concesse, mentre durante i 90 giorni di blocco le aziende potranno continuare a inviare le richieste di autorizzazione, ma le richieste stesse non saranno evase fino alla scadenza (che a questo punto sarà intorno al 30 gennaio). Le motivazioni addotte per questa decisione che, giova ribadirlo, non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti (nel tempo sono state disposte sospensioni degli export verso specifici Paesi, ma mai a livello globale), sarebbero da ricercarsi nel fatto che il dipartimento vorrebbe utilizzare questo periodo di stop per “gestire e contrastare più efficacemente il rischio che le armi possano essere deviate verso entità o attività che possano promuovere l’instabilità regionale, le violazioni dei diritti umani o alimentare le attività criminali”. Abbastanza paradossalmente, gli unici Paesi verso i quali il bando non sarà efficace sono l’Ucraina e Israele.