Dopo la bocciatura da parte del Consiglio nazionale svizzero, si tenta la strada del referendum. Il testo e le sottoscrizioni sono stati depositati lunedì alla Cancelleria federale, che controllerà ora la validità delle firme. L’iniziativa propone una modifica costituzionale volta a limitare l’uso e la diffusione delle armi da fuoco, bandire l’arma d’ordinanza dalle mura domestiche e istituire un registro nazionale centralizzato. È stata lanciata da una coalizione…
Dopo la bocciatura da parte del Consiglio nazionale svizzero, si tenta la
strada del referendum. Il testo e le sottoscrizioni sono stati depositati
lunedì alla Cancelleria federale, che controllerà ora la validità delle firme.
L’iniziativa propone una modifica costituzionale volta a limitare l’uso e la
diffusione delle armi da fuoco, bandire l’arma d’ordinanza dalle mura
domestiche e istituire un registro nazionale centralizzato. È stata lanciata da
una coalizione composta del Partito socialista, dei Verdi, del Gruppo per una
Svizzera senza esercito, come pure di varie organizzazioni femminili e per la
prevenzione dei suicidi. Circa un terzo delle circa 1400 persone che ogni anno
si tolgono la vita in Svizzera, utilizzano un’arma militare. Convinti che i
circa 2,3 milioni di armi da fuoco in circolazione costituiscano un grave
pericolo per la sicurezza pubblica, i fautori del bando giocano la carta del
voto popolare, dopo essersi scontrati con l’ostilità del parlamento. “Siamo
molto fiduciosi” sul successo dell’iniziativa, ha dichiarato lunedì in una
conferenza stampa la parlamentare socialista zurighese Chantal Galladé, che fa
parte del comitato promotore.