Resa nota la commissione del Senato che si occuperà di valutare lo schema di recepimento della direttiva 2017/853. Tempi stretti, anzi strettissimi
Sarà la commissione speciale sugli atti urgenti del Governo, in sede consultiva, a occuparsi dello schema di recepimento della direttiva 2017/853. Questo perché le commissioni parlamentari “normali” ancora non risultano costituite. Il motivo principale, tuttavia, è che i tempi sono stretti, anzi strettissimi, visto che la legge 234 del 2012 che disciplina le regole dei decreti legislativi dà solo 40 giorni di tempo alle commissioni parlamentari per formulare le proprie osservazioni, dopodiché il testo può essere approvato così come è. Tanto è vero che, a fronte di una trasmissione al senato datata 14 maggio, il termine assegnato alla commissione per l’esame è il 23 giugno.
È opportuno ricordare che la commissione è presieduta dal senatore Vito Crimi, esponente di M5S e che il movimento creato da Grillo e Casaleggio nella commissione ha la maggioranza relativa, con 9 membri. Seguono Lega e Forza Italia con 5 membri ciascuno, Fratelli d’Italia con 2 membri, il Pd con 4 membri, il gruppo per le Autonomie con 1 membro e Liberi e uguali con 1 membro. Ragionando in termini di ideologia anti-armi, un eventuale (ripetiamo, eventuale) asse M5S-Pd-LeU potrebbe portare a conseguenze ulteriormente spiacevoli per gli appassionati; d’altro canto in questi giorni l’asse più solido dell’attuale legislatura sembra essere costituito, invece, da M5S e Lega e quest’ultimo partito è senz’altro a noi favorevole.