Il ciclo di film di fantascienza Terminator lo aveva previsto con decenni di anticipo. Ma l’utilizzo militare di macchine completamente svincolate dal controllo umano, e quindi autonome, potrebbe diventare realtà in pochi anni. In effetti, sembra che stiano dedicando risorse in questo senso Stati Uniti, Israele, Cina, Russia, Corea del Sud e Regno Unito e i loro progetti potrebbero trovare sbocchi pratici già prima del 2030. Nello stesso tempo, però, crescono i timori etici sull’impiego di “robot-killer”, esplicitati nella conferenza tenutasi a Ginevra lo scorso 15 novembre, a cui hanno partecipato gli Stati aderenti alla convenzione sulle armi convenzionali. Per questo, è stato deciso un incontro per la prossima primavera, che potrebbe portare alla formulazione di un nuovo protocollo che sancisca il divieto all’uso di armi totalmente autonome, vincolante per gli Stati membri della convenzione (che sono 106, inclusi gli Stati Uniti che, però, hanno aderito solo parzialmente). Secondo l’Osservatorio per i diritti umani, l’uso di queste armi difetterebbe delle “qualità umane necessarie per soddisfare le norme del diritto internazionale umanitario”. Dello stesso parere è anche il Consiglio per i diritti umani dell’Onu: “eliminando il coinvolgimento umano nella decisione di usare forza letale nei conflitti armati, i robot killer non garantirebbero un'adeguata protezione dei civili". L'organizzazione per i diritti umani spiega che “i robot non sono controllati dalle emozioni umane e dalla capacità di compassione, che può essere un elemento importante, nel momento in cui ci si trovi a uccidere persone”.