L'amministratrice di Tfc srl, Tiziana Reggiani, nel .pdf allegato illustra la posizione dell'azienda in relazione all'articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2011/02/14/news/polizia_cartucce-12437241/) e parzialmente ripreso il 14.2 scorso da armietiro.it (https://www.armietiro.it/cartucce-difettose-per-laddestramento-della-polizia-armietiro-3497).
Ecco la risposta alla lettera, da parte del direttore di Armi e Tiro, Massimo Vallini.
A. Non credo che il mio parere sulle cartucce sia utile: è certo che le munizioni Sellier & Bellot si sono comportate bene nelle varie prove eseguite da vari tester sulla rivista. L’articolo di Repubblica è una fonte a cui abbiamo attinto insieme con la Circolare ministeriale. Senz’altro dalla notizia pubblicata sul sito di armietiro.it non si evince che le cartucce Sellier & Bellot siano di qualità scadente.
B. Se ritiene che le considerazioni di Enzo Marco Letizia siano poco pertinenti, non vedo come queste abbiano una qualche utilità (e comunque fanno presa, sebbene forse sugli utenti meno smaliziati). Posso solo ribadire che la notizia in questione, quella pubblicata da armietiro.it, fa riferimento a "diversi inconvenienti verificatisi nel corso delle esercitazioni di tiro presso uffici e reparti", virgolettato tratto dalla circolare di cui sopra.
C. Possono esserci varie cause, la notizia – in ogni caso – è che determinati lotti di cartucce sono stati sospesi in via cautelativa e i sindacati (il solo Ugl è citato nella notizia di armietiro.it) parlano di cartucce “difettose”. Nel titolo della notizia noi abbiamo messo un punto interrogativo.
D. La discriminazione nella possibilità di accedere a una fornitura alla pubblica amministrazione è sì un reato. Sono certo e consapevole che il ministero dell’Interno – nonostante tutti i suoi limiti che non stanno certo nel suo ministro (come scritto più volte) – abbia eseguito tutte le prove del caso per accertarsi della rispondenza delle cartucce Sellier & Bellot ai suoi capitolati.
In definitiva, la notizia è stata trattata professionalmente. Non c’è stato alcun intento persecutorio o denigratorio nei confronti di Sellier & Bellot e, a maggior ragione, di Tfc che distribuisce in Italia i prodotti del marchio. Siamo a disposizione per rettificare informazioni eventualmente errate o incomplete, allo scopo di fare chiarezza, nell'interesse dei lettori e utilizzatori.