L’autunno porta anche queste cose: cortei di giovani che protestano anche fino a procurarsi qualche manganellata da parte di polizia e carabinieri. Generalmente gli scontri a Bologna, negli ultimi anni, sono quasi un proforma, ma sabato scorso è stata tutta un’altra storia.
Sabato 18 ottobre, infatti, si sono sommati gli effetti di due eventi che sembrano fatti apposta per formare cortei e proteste: il governatore della Banca d’Italia teneva un lectio magistralis all’aula magna dell’università e poche ore dopo, in un’altra piazza, ci sarebbe stato un raduno di eForza nuova con comizio del suo segretario nazionale Roberto Fiore. Due occasioni irrinunciabili per il popolo degli antagonisti e dei centri sociali.
Sapevo di Ignazio Visco, ma non del corteo contro di lui, quando mi sono recato in zona del raduno di Forza nuova informato solo della contro manifestazione che ci sarebbe stata. Tutto questo con la ferma convinzione che non sarebbe successo nulla e che il cordone di polizia avrebbe tenuto le due fazioni ben separate.
Ho realizzato che qualcosa di diverso c’era quando mi sono trovato un reparto di poliziotti con tutte le uniformi imbrattate di vernice. Chiedo e scopro che già nel pomeriggio c’erano stati scontri con i manifestanti “anti Visco” e che questi avevano lanciato vernice contro gli agenti. Ecco spiegato il nervosismo tutto intorno. Non c’è modo di passare per entrare nella piazza dove si raduneranno quelli di Forza nuova, in fondo pensavo che quella fosse la notizia ma le circostanze sono cambiate e me ne sto rassegnato, assieme ad altri giornalisti a vedere quel che succede e ad aspettare, questa volta, il corteo anti Fn.
Spuntano dalla via Farini, la via dei negozi di lusso, delle firme, e girano tenendo alla loro destra la sede della Banca d’Italia. Sono in via Garibaldi e a una cinquantina di metri c’è lo sbarramento della polizia. Forse un paio di squadre più altre dei carabinieri, un bel po’ di gente. I manifestanti sono alcune centinaia, i giornali scriveranno seicento, ma da dove ero io non potevo rendermene conto. Dove si sono fermati non c’è molta luce, lo schieramento della polizia è più illuminato anche grazie ai fari dei loro mezzi. Quello che si vede sono i grandi scudi rettangolari che coprono l’intero fronte del corteo… dovrebbero sembrare striscioni con slogan ma sono intelaiature rigide con maniglie per essere sostenute. Alcuni di questi pannelli sono usati sulle teste come a formare una testuggine romana e un agente dice che sono già “bardati” e credo che alluda alle sciarpe che coprono il volto e ai caschi da motociclista.
Dopo un certo tempo davanti al corteo, a una decina di metri, dagli scudi un tizio accende, per terra, un grosso fumogeno arancione che sposta avanti man mano che il corteo lentamente avanza. Questo crea una cortina fumogena che copre quasi completamente il fronte del corteo. Poi, a un certo punto, dalle fila dei dimostranti partono razzi, di quelli che si usano a capodanno, ma non sono rivolti in alto ad altezza uomo.
Gli agenti si trovano sotto il tiro di questi razzi e poi di fumogeni e poi ancora di bombe carta. Ripensandoci, mi chiedo come facessero a scagliare petardi e altro a quella distanza, il corteo non è a meno di 30 metri. Le esplosioni si susseguono e bisogna stare anche attenti alle bottiglie, non le si vede arrivare e fanno danni.
Gli agenti sono in formazione dietro gli scudi poi avviene un’esplosione proprio tra le loro fila e si sentono imprecazioni e poi lo schieramento, un po’ scomposto, parte alla carica e si immerge in una coltre di fumo. Continuano i boati dei petardi poi dal fumo qualche agente riemerge con un manifestante arrestato.
Quando il fumo si dirada il corteo non c’è più e la strada è cosparsa dei tanti fuocherelli dei fumogeni che bruciano. Nelle retrovie un agente di polizia sembra aver perso conoscenza ed è portato a braccia dai colleghi, sappiamo anche di un carabiniere ferito, vedo almeno altre due persone zoppicare.
Alla fine della giornata i feriti saranno 19. I petardi e le bombe carta possono perforare il timpano e provocare shock anche importanti. Quella sera una mia amica fotografa ha subito escoriazioni ad un gomito per via di uno di questi ordigni e ha avuto problemi all’udito per alcune ore.
L’unico manifestante arrestato, Matteo De Pietri, è stato processato per direttissima il lunedì successivo e condannato a 8 mesi con la concessione dei domiciliari e permesso per il lavoro; il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 2 anni. La mattina del processo davanti al tribunale si è tenuto un presidio degli antagonisti in solidarietà per il De Pietri.
Questi sono i fatti, almeno come gli ho visti io. Alcune considerazioni non le posso fare, altre non le voglio fare, quindi non rimane altro che esprime solidarietà agli agenti feriti che va ricordato, sono lavoratori. (Gilberto Cervellati)