Un innovativo sistema per il tiro ridotto nei due calibri più diffusi per pistola e revolver: con il solo innesco si ottiene una precisione analoga alle munizioni “vere”, rumore e pericolosità ridotti al minimo
Non sempre si ha il tempo e la possibilità di andare al poligono con la propria pistola beniamina, quanto spesso si vorrebbe: taluni, però, disponendo a casa propria di locali idonei, sfruttano i ritagli di tempo dedicandosi al tiro ridotto indoor. Spesso per praticare il tiro ridotto ci si ingegna con soluzioni differenti, più o meno “garibaldine”, che vanno da palle in gomma sferiche della più disparata provenienza a cilindretti di legno, uno dei sistemi più quotati è quello di realizzare cilindretti con gli stick di colla a caldo che si trovano nelle ferramenta per gli appositi applicatori a batteria. Nel tempo, diverse aziende primarie del settore hanno pensato a proporre kit “industriali” per soddisfare questa esigenza: dalla Speer alla Fiocchi e così via. In questo interessante segmento si è recentemente aggiunta un’azienda del Novarese, la Elettrogas Aravon, che propone (con vendita tramite il canale armerie) una serie di kit per il 9×21 e il .38 special che sembrano essere particolarmente promettenti, sia sotto il profilo del prezzo, sia delle prestazioni sia, non ultimo, sotto il profilo della praticità di ricarica.
Il sistema di tiro ridotto si chiama Aravon’s blu: per il momento prevede due soli calibri, i più diffusi in Italia per arma corta, cioè il 9×21 (per le semiauto) e il .38 special (per i revolver); altri calibri, sono, però, attualmente allo studio (anche per carabina). La struttura è molto razionale e intuitiva e prevede un bossolo in ottone tornito, ricaricabile indefinitamente, sul quale si monta una speciale palla ogivale in Pvc, del peso di 12 grani. Per “spingere” la palla verso il bersaglio, l’azienda ha scelto un innesco Large rifle magnum, che offre maggiori prestazioni rispetto al classico Small pistol comune ai due calibri. Quindi, la sede per l’innesco sul fondello degli speciali bossoli è di tipo large, anziché small. I bossoli sono anche caratterizzati da una profonda nervatura anulare nella metà superiore, che consente di identificare immediatamente questo tipo di caricamento speciale. La cosa è meno inutile di quanto possa sembrare, provate a pensare a uno di questi bossoli che cade per terra in un luogo nel quale ci sono magari altri 50 bossoli standard già belli sparpagliati! La spinta propulsiva dei gas sviluppati dalla combusione della miscela innescante viene convogliata lungo il bossolo attraverso un canale centrale del diametro di circa 2 millimetri, che va a sfogare alla base del proiettile in Pvc, con una interfaccia conica atta a ottimizzare la spinta sul proiettile medesimo. Quest’ultimo si innesta sul bossolo tramite la semplice pressione delle dita, aderendo a incastro sia alla periferia del colletto del bossolo (per circa 1 mm), sia tramite un vero e proprio codolo che si inserisce nel canale di sfiato dell’innesco. La struttura della cartuccia è tale da consentire l’alimentazione nei caricatori standard delle pistole semiautomatiche (parliamo in tal caso del 9×21), mentre il .38 special, intuitivamente, può essere impiegato con successo anche in qualsiasi revolver camerato per il .357 magnum.
La commercializzazione di queste cartucce per tiro ridotto è suddivisa, in modo piuttosto innovativo, tra tre differenti kit: c’è quello definito “Kit iniziale” che è costituito da un blister in plastica con interno in schiuma che contiene un bossolo (9×21 o .38 a scelta), tre palle in Pvc e una astina in ottone che serve per l’espulsione degli inneschi sparati. Gli inneschi, ovviamente, vanno acquistati a parte. In questo modo, con un costo molto contenuto, è possibile per l’appassionato “prendere contatto” con il sistema Aravon’s blu e capire se piace, se fa al caso proprio oppure no. Una volta apprezzati i pregi del sistema, si possono allora acquistare gli altri due kit, che prevedono il primo sei bossoli in ottone del calibro desiderato, il secondo 50 palle in Pvc. Ciascuno dei tre kit costa circa 10 euro.
È interessante notare che tutti e tre i kit sono assolutamente di libera vendita, visto che non sono cartucce (mancano sia la polvere, sia l’innesco), non necessitano di denuncia e possono quindi essere acquistati e gestiti in assoluta libertà. Per caricare e ricaricare le cartucce Avalon’s blu non è necessario disporre di una attrezzatura di ricarica, gli inneschi possono essere collocati in sede semplicemente con un martello di gomma, al limite se si vuole facilitare l’operazione è possibile investire in un innescatore manuale di quelli con ganascia universale. Per chi invece già dispone di un innescatore con shell holder o intende utilizzare quello presente normalmente sulle presse di ricarica, è opportuno ricordare che anche se il calibro per il quale è previsto lo shell holder nasce con sede innesco small, la sede all’interno dello shell holder ha dimensioni sufficienti da far passare anche un innesco large.
Sempre per chi ha già una attrezzatura da ricarica, è opportuno precisare che la rimozione dell’innesco sparato non può avvenire tramite lo spillo decapsulature presente nel die ricalibratore, perché l’astina porta spillo ha un diametro superiore rispetto al canale nel bossolo. Quindi, è necessario utilizzare l’apposita astina in ottone.
Per il test “a fuoco” abbiamo utilizzato una Beretta Apx Centurion in rappresentanza delle semiautomatiche calibro 9×21, mentre in rappresentanza dei revolver abbiamo utilizzato uno Smith & Wesson 28 “Highway patrolman” calibro .357 magnum. Nel primo caso la canna misura 94 millimetri, nel secondo caso 150 millimetri. L’assemblaggio della cartuccia non è complesso: noi abbiamo preferito utilizzare l’innescatore della pressa, ma abbiamo verificato che anche con un semplice martello di gomma l’inserimento del Large rifle magnum è agevole. La resistenza offerta è analoga a quella di un normale bossolo con sede innnesco Large. La cosa alla quale occorre prestare attenzione è (ma come avviene peraltro con qualsiasi bossolo che si ricarica…) che l’innesco non sporga dalla sede nel fondello, altrimenti si possono verificare mancate chiusure nelle semiauto e incagli nella rotazione del tamburo del revolver. Il proiettile si inserisce semplicemente a mano. Abbiamo effettuato le prove a fuoco all’interno del nostro poligono, scegliendo esplicitamente di sparare al chiuso e senza cuffie proprio per avere riscontro dell’effettiva rumorosità. La quale è stata grosso modo analoga tra semiauto e revolver e decisamente sopportabile senza alcun ausilio protettivo come cuffie o tappi. Al di fuori del locale, nelle immediate vicinanze sembra un battito di mani o anche meno. Nella semiautomatica ovviamente non si verifica il riarmo, bisogna scarrellare a mano, l’operazione è fluida come se si avesse a che fare con cartucce vere, non abbiamo registrato alcun impuntamento. I bossoli di risulta sono profondamente anneriti nella metà superiore, ma i depositi si asportano direttamente con le dita o con un pezzo di carta igienica o un panno asciutto. Il proiettile è unico per i due calibri, a fronte del fatto che vi sono piccole differenze nella foratura della canna tra 9 mm e .38 (ragionando in millesimi di pollice le semiauto sono normalmente forate a .355-.356, i revolver a .357-.358), il polimero e la misura scelti dal produttore sono risultati perfettamente idonei a consentire alle rigature di imprimersi efficacemente sulla circonferenza del proiettile. Come parapalle abbiamo messo una serie di cartoni da imballaggio sovrapposti, il che ci ha consentito non solo di evitare rimbalzi ma anche di recuperare le palle praticamente intatte. A riprova della corretta stabilizzazione, oltre ai fori perfettamente circolari sul bersaglio, c’è anche il fatto che le palle sono state trovate infisse nello strato finale di cartoncino perfettamente in asse, come fossero punte di freccia Sioux. Alla distanza di 10 metri abbiamo ottenuto rosate che si possono definire del tutto paragonabili a quelle ottenibili con munizioni “vere”, quindi come “simulazione di tiro” si può affermare che sia realistica. Con la semiauto, il punto di impatto a 10 metri è risultato coincidente con il punto di mira, con il revolver invece il punto di impatto è risultato più basso di circa 5 centimetri. Abbiamo anche effettuato rilevazioni cronografiche, le quali hanno testimoniato una velocità media di 224 metri al secondo nel 9×21 e di 192 nel revolver. Il dato può sembrare strano se si considera che con le munizioni “vere” a parità di elementi costitutivi della cartuccia la velocità aumenta al crescere della lunghezza di canna, bisogna però considerare che qui c’è solo l’innesco, che esplica la sua spinta solo nella primissima fase del tragitto della palla. Quindi, tutto il resto della strada lungo la canna è resistenza d’attrito. Può anche darsi che una parte della responsabilità sia determinata anche dalla maggior distanza che c’è tra innesco e palla nel bossolo .38 special, rispetto al bossolo 9×21. Sia come sia, l’efficacia è analoga. Comunque, è possibile anche modulare in certa misura la potenza e la rumorosità, sostituendo gli inneschi large rifle magnum con i Large rifle standard o i large pistol o i large pistol magnum: avete da divertirvi! Abbiamo provato a sparare alcuni colpi mirando al parapalle dei 50 metri, per verificare quale fosse la gittata massima effettiva: complice il ridottissimo peso di palla, il proiettile tende a perdere velocità molto rapidamente e lo abbiamo trovato posato sul pavimento a 45 metri dal punto d’origine dello sparo.
Oltre al tipo di parapalle (cartoni sovrapposti, l’esperienza condotta con questo sistema per il tiro ridotto ci ha portato a sviluppare alcuni accorgimenti per rendere più agevole l’attività di tiro: per esempio, per espellere gli inneschi dal bossolo abbiamo trovato la soluzione di appoggiare il fondello sul colletto di un .308 Winchester. Picchiando sull’astina estrattrice, inserita nel canale, con un martello normale (non di gomma), si ottiene l’espulsione dell’innesco che resta catturato dentro il .308, evitando così di sporcare in giro. Inoltre, il colletto del .308 riesce a fornire una base d’appoggio sufficientemente stabile per i bossoli 9×21 e .38 del sistema Aravon’s blu. La cosa importante è che la battuta sull’estremità dell’astina sia effettuata con assialità perfetta, perché in caso contrario è facile che si pieghi. Nella malaugurata ipotesi che ciò avvenga, comunque, il materiale è sufficientemente morbido da consentire il raddrizzamento senza che si spezzi (parliamo per esperienza diretta…). Un’astina in acciaio sarebbe probabilmente più resistente ma potrebbe sussistere il rischio di danneggiare, alla lunga, il bossolo. Quindi la scelta del materiale operata dal produttore è tecnicamente corretta. Per non farci mancare niente, abbiamo anche preso in considerazione la possibilità di riutilizzare i proiettili già sparati: questi ultimi si trovano con l’ogiva pressoché intatta, ma sulla circonferenza sono ben evidenti i segni delle rigature e, talvolta, si riscontrano alcune bavette probabilmente causate in fase di alimentazione passando dal caricatore alla camera. Sia come sia, il riutilizzo è andato a buon fine, ma i risultati sul bersaglio sono leggermente peggiori, segno evidentemente che le impronte preesistenti della rigatura “bisticciano” con il secondo sparo. Comunque, l’operazione è possibile. Abbiamo provato a riutilizzare un singolo proiettile cinque o sei volte, senza problemi di sorta.
Resta infine una questione collaterale: gli inneschi Large rifle magnum, che sono perfetti per fornire la spinta corretta alla palla, è opportuno ricordare che sono anche più spessi e duri rispetto ai normali small pistol. Questo significa che con molte pistole a percussore lanciato (striker), oggi tanto di moda, la battuta sull’innesco può essere di forza inferiore al consueto. Con la Apx Centurion della prova, abbiamo avuto in effetti un singolo episodio di mancata partenza del colpo, in tal caso basta arretrare il carrello di circa un centimetro, riarmando il percussore, e percuotere nuovamente. Visto che state praticando il tiro ridotto per svago e non siete in guerra, ci sembra obiettivamente un peccato veniale!
Il test completo su Armi e Tiro di ottobre 2019