L’annuale Osservatorio sulle professioni in divisa, realizzato da Skuola.net in collaborazione con Nissolino corsi, ha evidenziato che dopo il boom del periodo pandemico e con l’inizio del conflitto russo-ucraino, l’interesse da parte dei giovani verso le carriere in uniforme ha subito una flessione. Nonostante ciò, ancora il 29 per cento dei giovani si dichiara interessato a valutare un percorso lavorativo di questo genere.
Lo studio ha coinvolto oltre 30 mila studenti delle scuole medie, superiori e dell’Università. L’esercito si conferma la divisa preferita dai ragazzi, ma è anche il corpo che perde più preferenze da un anno all’altro, ormai praticamente affiancato dalla polizia di Stato.
Una visione, quella delle aspiranti “divise”, che sicuramente conforterà le loro famiglie. Perché l’Osservatorio ha chiesto un parere anche a 2.500 genitori. I quali, nella maggior parte dei casi (46%), appoggerebbero la scelta del figlio o della figlia di intraprendere una carriera del genere. A cui si aggiunge un ulteriore 10% che sposerebbe la causa solo se andasse a ricoprire ruoli a basso rischio: in questo “contingente”, oltre la metà dichiara che la guerra ha fortemente condizionato tale opinione. Inoltre, più in generale, nella loro classifica dei corpi più graditi le Forze di polizia scavalcano tutti e conquistano la vetta: polizia di Stato e guardia di finanza, insieme, raccolgono quasi un terzo dei consensi (31%). L’Esercito – probabilmente la forza armata considerata al momento maggiormente chiamata all’azione in caso di allargamento del conflitto in Ucraina – convince appena l’8% di mamme e papà.
Rispetto all’edizione 2021, l’appeal di tutte le forze armate (esercito, carabinieri, aeronautica, marina) è in lieve flessione tra i ragazzi. Di contro, guadagnano terreno le Forze di polizia (soprattutto polizia di Stato e guardia di finanza), che rosicchiano consensi che in passato andavano in direzione dei corpi dalla vocazione più spiccatamente militare. Per esempio, tra le forze armate, l’esercito conferma la prima posizione con il 16% dei voti (perdendo però ben tre punti percentuali in dodici mesi). Discorso opposto per la polizia di Stato che, oltre a ribadire la leadership tra le forze di polizia, con il 14% dei voti, cresce ulteriormente nelle quotazioni (un anno fa era al 13%). Segno che le divise più orientate sugli “interni” attualmente appaiono un approdo meno incerto.