Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe preso la decisione (non ancora, però, formalizzata) di revocare il provvedimento assunto da Barack Obama di vietare l’importazione negli Stati Uniti di trofei di elefante provenienti da Zambia e Zimbabwe
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe preso la decisione (non ancora, però, formalizzata) di revocare il provvedimento assunto da Barack Obama di vietare l’importazione negli Stati Uniti di trofei di elefante provenienti da Zambia e Zimbabwe. Come era prevedibile, la notizia diffusa dall’agenzia federale per la flora e la fauna ha scatenato il furore degli animalisti, che si sono in particolare scagliati contro il fatto che i figli del presidente, Eric e Donald jr, sono appunto appassionati praticanti del safari.
La situazione, in realtà, è un po’ più complessa di come può sembrare a prima vista: infatti, a fronte del fatto che l’elefante africano è senza dubbio minacciato di estinzione in alcuni Paesi africani, è un dato di fatto altrettanto noto che solo i proventi derivanti da una caccia controllata e autorizzata a questi pachidermi possono consentire ai governi africani in questione di avere le risorse per combattere efficacemente il bracconaggio dilagante. La caccia autorizzata all’elefante, infatti, può essere gravata di tasse locali anche per somme superiori ai 20 mila dollari per singolo abbattimento. È proprio seguendo questa logica che, secondo i media statunitensi, la clausola allo studio del presidente Trump per derogare al divieto del precedente presidente Obama entrerebbe in vigore solo fornendo la prova che le tariffe di abbattimento pagate dai cacciatori nei due Paesi africani siano investite per la sopravvivenza della specie.