Uk: posta armi (americane…) su linkedin: arrestato

Il 50enne britannico Jon Richelieu Booth, consulente informatico, si è trovato invischiato in un vero e proprio calvario poliziesco-giudiziario durato 13 settimane. La sua colpa? Aver postato su Linkedin alcune foto che lo raffiguravano in una vacanza in Florida, mentre era in presenza di alcune armi, a metà agosto.

La vicenda si è avviata con l’avviso, da parte della polizia britannica, al malcapitato che i contenuti on-line del suo profilo Linkedin potevano avere un “potenziale impatto sui sentimenti altrui”. L’informatico si è offerto di dimostrare che le immagini erano state scattate negli Stati Uniti e non in Gran Bretagna, ma le autorità hanno deciso comunque di arrestarlo una prima volta la mattina del 24 agosto e, malgrado le accuse nei suoi confronti fossero state inizialmente ritirate, una seconda volta alla sera dello stesso giorno. Le accuse erano relative al possesso illegale di arma da fuoco “con l’intento di spaventare” e accuse di stalking. Rilasciato su cauzione, nei due mesi successivi ha avuto controlli a domicilio da parte delle forze dell’ordine per tre volte ed è stato nuovamente arrestato alla fine di ottobre per presunte violazioni della normativa sulla libertà su cauzione (accusa poi archiviata). In definitiva, in tribunale tutte le accuse sono state archiviate, inclusa quella che gli era stata contestata successivamente, relativa al presunto reato di “esposizione di materiale destinato a causare disagio”. In questo frattempo, il sequestro delle sue apparecchiature elettroniche ha impedito anche il normale svolgimento della sua attività lavorativa.

Ogni commento al riguardo risulta superfluo: anche noi in un video della nostra academy abbiamo messo in guardia il “popolo dei social” dal postare immagini che si possano prestare a interpretazioni equivoche o in malafede, ma qui siamo al cospetto di una iniziativa che è oltre il ridicolo, oltre il surreale, e sbarca di diritto nel novero delle iniziative da Stato di polizia. Cosa sta succedendo alla Gran Bretagna? E dove porterà questa spirale autoritaria da “psico-polizia”?