Ricorrono oggi i 100 anni dalla nascita di Mario Rigoni Stern, celebre in Italia e nel mondo per quel suo “Il sergente nella neve” che rappresenta una delle più importanti e intense biografie della campagna di Russia. Ma Rigoni Stern è stato anche profondissimo e apprezzato scrittore di caccia, narrata in tanti racconti nei quali ha saputo esprimere le sensazioni antiche e le regole immortali del rapporto più vero tra l’uomo e la natura. Regole fatte di silenzi, di attese, di narici che aspirano i profumi dell’ambiente, di occhi che colgono ogni singolo dettaglio, un ambiente nel quale la violenza dello sparo non è “sport” e non è gratuita, bensì anch’essa regolata dai meccanismi della natura e rispettosa degli equilibri della montagna e del bosco.
Per celebrare il centenario, oggi al municipio di Asiago è presentato un francobollo a lui dedicato, sottolineando anche gli aneddoti che hanno coinvolto l’autore proprio con le spedizioni postali e l’affrancatura. Tra i documenti dell’archivio Rigoni Stern, per esempio, figura una busta (esposta nel municipio di Asiago per l’occasione, insieme alla corrispondenza dell’autore) spedita il 26 marzo 1942 dal fronte russo nella quale lo scrittore annotò, al posto dell’affrancatura, la scritta “zona sprovvista di francobolli ma non di cartucce”, disegnando a mo’ di francobollo gli sci, il monte Cervino e la dicitura “Btg. Sciatori Monte Cervino – Pista”.