In particolare negli ultimi due anni e mezzo (dalla primavera 2020), negli Stati Uniti si è verificata una vera e propria corsa all’accaparramento di armi, principalmente a causa dei timori associati alla pandemia Covid 19 e alle sommosse cittadine per il movimento Black lives matter. Se è ormai cosa ampiamente analizzata e nota che, tra i possessori di armi e in particolare tra i “nuovi” possessori (cioè persone che non avevano mai posseduto armi in precedenza), stiano salendo in modo sostanziale le percentuali di donne, ispanici e afroamericani, il quotidiano Indipendent si è invece occupato per la prima volta di una ulteriore, sottovalutata tendenza emergente, che è quella della “corsa alle armi” anche per le persone omosessuali o transgender, che vengono riunite sotto la definizione Lgbt+.
La causa di questa tendenza sarebbe da ascriversi a una maggior sensazione di insicurezza delle persone omosessuali o con differente identità di genere nei confronti degli attacchi di tipo omofobo, perpetrati in particolare da parte di organizzazioni di estrema destra e fondamentaliste cristiane. Il tutto, nel quadro di un crescente conservatorismo della società americana, evidenziatosi recentemente con la sentenza della corte suprema in materia di aborto.
In particolare, la sensazione di insicurezza si è intensificata dopo l’attacco verificatosi nel 2016 in un locale notturno gay di Orlando, in Florida, con il pesantissimo bilancio di 49 persone uccise e 53 ferite. Sempre secondo l’indagine dell’Indipendent, nel 2020 peraltro gli omicidi di persone trans hanno segnato il record mai registrato prima negli Stati Uniti.
Questa tendenza deve tuttavia fare i conti con quella che l’Indipendent sottolinea essere una sostanziale contraddizione ideologica: gli appartenenti alla comunità Lgbt+, in effetti, sono generalmente posizionati agli antipodi politicamente rispetto alla comunità dei sostenitori del secondo emendamento e del diritto di possedere e portare armi, i cui appartenenti sono tradizionalmente di area conservatrice.
D’altro canto è vero che la massa di nuovi possessori di armi che si è venuta a creare con gli acquisti compulsivi a partire dalla primavere 2020 ha visto tra i suoi appartenenti anche persone che fino all’insorgere dell’emergenza definivano se stesse come “liberal” e assolutamente contrarie alle armi, così come è altrettanto vero che esistono anche associazioni Lgbt+ di possessori di armi, come quella denominata Pink pistols, che tra l’altro esiste da una ventina d’anni. Un altro degli elementi che, secondo l’Indipendent, frena la comunità Lgbt+ nell’acquisto di armi è l’elevata percentuale di suicidi che si conta tra le persone transgender.