L’ecstasy è una droga ormai dilagante nelle discoteche e costante preoccupazione per molti genitori. Ma, a sorpresa, negli Stati Uniti potrebbe ritrovarsi in una insospettata veste terapeutica. Il progetto è del dottor Michael Mithoefer, che vorrebbe utilizzare questo stupefacente nella “fase tre” di una terapia riabilitativa dallo stress post traumatico per i veterani di ritorno dall’Iraq e dall’Afghanistan. Il progetto pilota sarà applicato a 40 militari, donne e uomini, ed è stato finanziato con circa mezzo milione di dollari dalla Multidisciplinary association for psychedelic studies. Il protocollo sarà applicato all’insaputa dei soggetti “cavia”, alcuni riceveranno l’ecstasy e altri un semplice placebo. Sarà quindi chiesto loro di rievocare i traumi della guerra e, in sedute individuali con lo psichiatra, saranno obbligati a mettere la loro esperienza in prospettiva. Nella fase preliminare di questo studio, l’80 per cento dei pazienti che ha ricevuto l’ecstasy e assistenza psichiatrica individuale ha dimostrato, due mesi dopo l’esperimento, di non essere più affetto da disordine post traumatico. Secondo i favorevoli a questa terapia, la soluzione potrebbe essere applicata anche a vittime di stupri o altri abusi, i detrattori invece sollevano molte perplessità principalmente per le possibilità di assuefazione al “farmaco”. È un fatto, comunque, che con il ritorno delle truppe dagli attuali teatri operativi negli Stati Uniti ci saranno almeno 300 mila casi di disturbo post traumatico da stress.
Usa, i reduci curati con l’ecstasy?
L’ecstasy è una droga ormai dilagante nelle discoteche e costante preoccupazione per molti genitori. Ma, a sorpresa, negli Stati Uniti potrebbe ritrovarsi in una insospettata veste terapeutica. Il progetto è del dottor Michael Mithoefer, che vorrebbe utilizzare questo stupefacente nella “fase tre” di una terapia riabilitativa dallo stress post traumatico per i veterani di ritorno dall’Iraq e dall’Afghanistan