L’Fbi ha reso noti i dati relativi ai background check (le verifiche preliminari per chi acquista nelle armerie, un termometro sufficientemente affidabile per calcolare il totale delle vendite di armi) per il mese di luglio: il totale è pari a 2,88 milioni di richieste, con un calo del 5 per cento circa rispetto ai 3,05 milioni del mese di giugno 2021 e un calo addirittura del 20 per cento rispetto ai 3,63 milioni del luglio 2020. L’ammontare delle transazioni è, tuttavia, ancora alto rispetto agli anni precedenti la pandemia, secondo l’Nssf rappresenta comunque il secondo miglior risultato per il mese di luglio da quanto esiste il Background check (il primo risultato è ovviamente luglio 2020). Il rallentamento rispetto al mese di giugno è in qualche misura fisiologico, seguendo la naturale relativa stasi che si verifica nei mesi centrali dell’estate.
Si conferma la tendenza relativa al fatto che una cospicua percentuale degli acquirenti di armi appartiene alla cosiddetta categoria dei “first-time buyer”, cioè è rappresentata da cittadini che non avevano mai acquistato prima un’arma, molti di questi sono donne o afroamericani. Anche se la minaccia di restrizioni all’acquisto e al possesso da parte del presidente statunitense Joe Biden riguarda soprattutto le carabine tipo Ar15 (e gli acquisti di queste armi sono in effetti molto forti), in realtà a guidare, e di gran lunga, la classifica degli acquisti sono le pistole semiautomatiche destinate al porto occulto e alla difesa personale.