Forse siamo a una svolta. Da fonti vicine alla procura del tribunale di Milano, trapela che Francesco Sicignano avrebbe effettivamente sparato in casa, uccidendo l’albanese che in piena notte stava tentando di portare a termine una rapina, e non sulle scale, come in un primo tempo era stato ipotizzato dai carabinieri. Non si tratta di un dettaglio, perché se così fosse accertato, cadrebbe l’assurda accusa di omicidio volontario e, molto probabilmente, si configurerebbe la legittima difesa. La svolta l’hanno impressa le indagini condotte dal Ris di Parma: sul proiettile rinvenuto in cucina, l’unico recuperato, ci sarebbero tracce ematiche proprio del 22enne Gjergi Gjioni che, forse, dopo essere stato colpito si sarebbe trascinato sulle scale.
L’ufficialità si avrà soltanto quando i Ris di Parma e il medico legale consulente del pubblico ministero depositeranno le loro relazioni. Ma dalle indiscrezioni pare proprio sia stato il lavoro degli specialisti a confermare che la ricostruzione fatta da Sicignano era più che verosimile: colpito in una zona vicina al cuore, l’albanese avrebbe avuto la possibilità di percorrere pochi passi, prima di cadere senza vita.