Secondo quanto riportato dalla cronaca elvetica, la leggendaria azienda Victorinox, produttrice dell’altrettanto leggendario coltellino multiuso (reso celebre, tra le altre, dalla serie televisiva Mac Gyver degli anni Ottanta) starebbe progettando una variante provvista sempre dei mille differenti utensili per la vita di tutti i giorni, ma priva… di lame. Questo sviluppo sarebbe legato ai divieti normativi sul porto dei coltelli, vigenti in alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna ad alcuni Paesi dell’Asia. “In alcuni mercati la lama è associata a un’immagine di arma”, ha sottolineato in un’intervista Carl Elsener, amministratore delegato dell’azienda con sede a Ibach. L’idea è quella di creare uno strumento multifunzionale, utile per esempio per i ciclisti, ma senza le limitazioni tipicamente vigenti, in quei Paesi, per i coltelli (anche avendo un giustificato motivo per portare addosso lame).
Se, da un lato, è senz’altro encomiabile l’eclettismo dell’azienda e la sua capacità di fornire soluzioni a problemi contingenti (anche per non perdere vendite in determinati Paesi), dall’altro è demoralizzante osservare come, ancora una volta, si debba ovviare a limiti normativi che vanno a intervenire sulla natura dello strumento, anziché punire chi ne fa un impiego distorto. Se si considera, tra l’altro, che il coltello è in assoluto uno degli strumenti che ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo e che probabilmente non esiste abitazione al mondo che non ne contenga almeno uno, appare evidente come le limitazioni sul porto vadano a incidere, ancora una volta, esclusivamente sugli onesti e non su chi, volendo portare il coltello per delinquere, se ne frega delle “gride manzoniane” in salsa Worchester. Non è un caso che, secondo le più recenti statistiche, tra Inghilterra e Galles oltre il 40 per cento degli omicidi (che in totale sono il doppio dell’Italia) avvenga con strumenti da punta e da taglio (e meno del 5 per cento con armi da fuoco), malgrado l’inasprimento delle relative normative apportato negli ultimi anni.