La lettera aperta del presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, in rappresentanza delle proprie associate Univ, Anivp, PiùServizi e Anssat, ai “signori dell’informazione”
Riceviamo a pubblichiamo la lettera aperta del presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, in rappresentanza delle proprie associate Univ, Anivp, PiùServizi e Anssat, ai “signori dell’informazione”.
“Avevamo già lamentato la non considerazione prestata agli operatori della filiera della sicurezza, guardie particolari giurate impiegate nei servizi tradizionali di vigilanza, scorta e trasporto valori e addetti ai servizi integrati di sicurezza che, in tutto questo lungo, e non ancora finito, tempo di guerra, non hanno mai smesso di garantire alla collettività e alle Istituzioni la fruizione di quel bene “sicurezza”, tanto ambito e del quale si lamenta sempre la non totale disponibilità, che questi operatori contribuiscono ad assicurare in sinergia con le forze dell’ordine di emanazione statuale.
Avevamo anche registrato l’inserimento delle attività riconducibili nella citata filiera nella lista di quelle non interrompibili perché indispensabili, con ben due codici Ateco, sulla vetustà dei quali torneremo in altro momento, sperando che ciò contribuisse a convogliare anche su questi operatori un minimo di umana attenzione e considerazione.
Avevamo inoltre fortemente sperato che di queste decine di migliaia di operatori si tenesse debitamente conto e non accadesse, come di consueto, che agli stessi si prestasse attenzione solo in caso di eventi luttuosi determinati da “cause di servizio”.
Avevamo ingenuamente dato per scontato, poi, che chi pur di informazione vive, e se ne fa vanto, avesse meditato di rimediare a quel marchiano errore compiuto quando, in prima serata, su un Tg nazionale e pubblico, si ritenne di intervistare il capo di una banda specializzata negli assalti ai furgoni blindati adibiti al trasporto valori (con sullo sfondo una strada sulla quale transitavano auto della polizia di Stato in servizio di controllo del territorio), assalti che spesso hanno determinato ferimenti ed uccisioni delle guardie impegnate nel sevizio.
Avevamo pazientemente atteso, nondimeno, che all’elenco, ogni giorno giustamente più lungo, dei benemeriti che non si sottraggono, anzi, danno meritoriamente vita a nuove forme di ammirevole volontariato di supporto, si potesse aggiungere anche questa ignorata compagine in servizio h24, giorno dopo giorno, notte dopo notte, pattuglia dopo pattuglia, trasporto dopo trasporto, controllo dopo controllo, sicurezza di condomini dopo sicurezza di condomini, disciplina di accessi dopo disciplina di accessi, verifica di allarmi dopo verifica di allarmi…
Avevamo fiduciosamente confidato, pure, che chi di dovere capisse che gli Imprenditori di comparto dovevano essere messi anch’essi tempestivamente in condizione di fornire a questi kamikaze in prima linea di disporre dei basilari strumenti di prevenzione, o quantomeno riduzione del rischio di contagio.
Avevamo parimenti diligentemente aspettato, quasi silenti, di essere almeno messi in lista d’attesa, magari come fanalino di coda, di un’attenzione “non pervenuta”.
Avevamo fideisticamente creduto che, alla fine, qualcuno si sarebbe ricordato di chiedersi perché questo scampolo di umanità dovesse rimanere misconosciuto.
Avevamo ligiamente coltivato l’illusione che, almeno chi ci sovrintende, pensasse ai nostri operatori sul campo, un campo davvero assai vasto, per contribuire a tutelarli, non riducendo la propria dislessica attenzione alla mera salvaguardia di termini di burocratiche decorrenze documentali.
Avevamo infine avuto fede nell’umanità di una stampa che, pur prodiga di attenzioni multi direzionali, fosse in grado di degnare di altrettanta attenzione le nostre risorse umane, a tal fine bastando riflettere sulla banale circostanza che le pur giustamente lodate Poste italiane hanno potuto dare continuità alla prestazione sociale del pagamento delle pensioni perché hanno potuto avvalersi della sofferta continuità data al servizio di trasporto valori.
Questo il sintetico e non esaustivo decalogo di disattenzioni che hanno fatto e fanno male ad un comparto, pur uso ad obbedir tacendo, e, come già accaduto, tacendo morir…
Non siamo l’Arma, pur anche alla stessa, come alla Polizia di Stato, complementari per legge.
Non pretendiamo certo il rilievo che la stampa doverosamente dedica all’attività delle Forze dell’ordine di emanazione statuale.
Chiediamo, e abbiamo il diritto di farlo, pur se con l’abituale umiltà, alla Stampa, se una maiuscola può essere meritata, questo: se anche per Noi ci sei, batti un colpo!“.