Mass media in fibrillazione per la decisione del comune di Solesino (Pd) di dotare i vigili di misteriosi “mitra”. Tecnicamente, però, è una decisione che ha un senso…
Non sarà sembrato vero agli organi di informazione non specializzati, di poter discettare in piena estate di “mitra” e sedicenti armi “da guerra”. In questo caso, protagonisti sono gli operatori di polizia locale del comune padovano di Solesino, per i quali è stata deliberata l’adozione di pistole Glock dotate di esoscheletro tattico Micro Roni, nonché giubbetti antiproiettile. È quindi prontamente scattato il tam tam che definisce tale equipaggiamento “un’arma potenzialmente letale come una pistola mitragliatrice” o, per dirla con le parole dell’Ansa, una “pistola-mitra” che “con l’innesto di un bracciolo assume l’aspetto di una mitraglietta” (bracciolo? Ma che siamo, in piscina?). Secondo altra fonte l’esoscheletro in questione sarebbe “in tutto e per tutto assimilabile a un mitra, o meglio ancora a un fucile di precisione” (e decidetevi…).
In realtà quella delle pistole “imbracciabili” (perché tali alla fine sono, altro che mitra…) è una tendenza che si sta diffondendo in particolare in Veneto, tra le polizie locali di alcuni comuni: Venezia ha adottato alcune pistole imbracciabili Cz Scorpion Evo, Cittadella (sempre nel Padovano) ha adottato invece le B&T Apc9. Anche in questi casi appena citati, la notizia aveva suscitato scandalo, amplificato in questo caso dal fatto che il comune di Solesino ha poco più di 7 mila abitanti e gli operatori di polizia locale sono in tutto 5. “Come promesso in campagna elettorale”, ha dichiarato il sindaco Elvy Bentani, “la nostra intenzione è garantire maggiore sicurezza in paese, combattendo la microcriminalità”.
Al di là delle dichiarazioni politiche e delle contro-dichiarazioni più o meno scandalizzate e sensazionalistiche, da un punto di vista strettamente tecnico è il caso di osservare che una pistola semiautomatica montata su un esoscheletro o una pistola “imbracciabile” come le varie Apc 9 e Scorpion evo, consentirebbe proprio a personale senza un addestramento approfondito e costante sull’uso dell’arma di effettuare un più efficace tiro mirato nella disgraziata eventualità nella quale sia necessario far uso dell’arma da fuoco: la storia insegna che l’esercito statunitense, durante la seconda guerra mondiale, abbia pensato a una carabinetta compatta e leggera (la leggendaria M1 Carbine) per armare i soldati addetti a compiti specialistici, al posto della pistola d’ordinanza, proprio perché la carabinetta avrebbe consentito un miglior rendimento al tiro con un minor addestramento rispetto a quello necessario con la pistola. Tale arma, peraltro, nel dopoguerra è stata per molti anni in dotazione alla polizia, ai carabinieri e alla guardia di finanza. È appena il caso di ricordare che, per una forza di polizia locale, l’impiego dell’arma da fuoco avverrebbe in un contesto urbano densamente abitato e, quindi, la gestione ottimale dell’arma assume una particolare rilevanza. Il fattore deterrente di tali strumenti, inoltre, è sicuramente di grande efficacia.
Non si può inoltre non sottolineare che, in particolare in questi ultimi anni, i compiti della polizia locale siano stati estesi (in particolare nei comuni più grandi, ma non solo) a molti ambiti che esulano dal semplice controllo del traffico. Sarebbe quindi auspicabile che anche le dotazioni tecniche degli operatori evolvessero di pari passo con i loro compiti, senza isterie e perbenismi privi di qualsivoglia valenza tecnica.