Per la difesa personale, quali sono i confini legali relativamente ai tipi di cartucce utilizzabili? E cosa offre il mercato?
La tecnologia delle munizioni specificamente destinate alla difesa personale è in continua evoluzione, specialmente negli Stati Uniti, Paese nel quale l’impiego di questi caricamenti è particolarmente diffuso tra i cittadini. Stiamo parlando, in particolare, delle moderne cartucce caricate con proiettili espansivi (vedi foto a sinistra), che specialmente negli ultimi anni stanno diventando sempre più “intelligenti”, consentendo di mantenere la propria efficacia inalterata anche nel caso in cui sia necessario superare indumenti pesanti od ostacoli come cristalli delle auto e così via. In Italia (e in Europa), questo tipo di mercato si è arrestato nei primi anni Novanta (almeno per l’impiego civile), in particolare con l’approvazione del decreto legge 8 giugno 1992, n. 306 (convertito in legge 7 agosto 1992, n. 356), che all’articolo 12 ha disposto di aggiungere al quarto comma dell’articolo 2 della legge 110/75 anche i proiettili “a espansione” tra quelli che non possono essere caricati nelle “munizioni a palla destinate alle armi da sparo comuni”. Questa aggiunta è stata determinata dall’approvazione della direttiva europea 91/477, che ha inserito tra le “armi proibite” nella categoria “A” dell’allegato I le “munizioni per pistole e rivoltelle dotate di proiettili ad espansione, nonché tali proiettili”. Il problema è che la direttiva specificava anche “salvo quelle destinate alle armi da caccia o di tiro al bersaglio per le persone abilitate ad usare tali armi”, cosa della quale il legislatore italiano si è evidentemente dimenticato, rimediando in modo abbastanza maldestro con la circolare 559/C.11764.10171(L) del 17 giugno 1992, nella quale si precisa che “la disposizione…(omissis)…concernente il divieto di produzione e uso del munizionamento a carica espansiva deve ritenersi, alla luce della direttiva comunitaria datata 18.6.1991, non riferita alle munizioni destinate alle armi da caccia o tiro al bersaglio”.
Tornando allo specifico delle munizioni per difesa personale, quindi (in pratica e semplificando) per pistola e rivoltella, da ormai quasi trent’anni determinate tipologie di caricamenti non sono più consentiti per la difesa personale. Ma quali? La “vulgata” e le voci di corridoio, o leggende metropolitane, pretendono che sia “espansivo” e quindi vietato qualsiasi proiettile che non sia quello completamente blindato (Fmj). Questo non è assolutamente vero, in quanto anche il classico proiettile in piombo nudo non può tecnicamente definirsi espansivo, in quanto non è certamente dotato di artifizi che agevolino il suo schiacciamento, che è determinato esclusivamente dalla elevata malleabilità del piombo. Tra l’altro anche la capacità di schiacciamento del piombo nudo è profondamente influenzata dalla velocità di impatto, tanto che per alcuni calibri a bassa velocità, come il 6,35 e il 7,65 Browning, ma anche il .38 special, il comportamento terminale della palla Lrn nel corpo umano non è in molti casi particolarmente differente dalla Fmj. Occorre anche considerare, tra l’altro, che vi sono calibri che non prevedono allestimenti con palla blindata (uno su tutti, il .22 lr) ma che, malgrado ciò, prevedono sia proiettili ogivali tradizionali, sia proiettili a punta cava. Se il piombo nudo fosse già da solo idoneo a una corretta espansione, perché mai dovrebbero fare un proiettile in piombo e anche a punta cava? Sarebbe un controsenso.
Come orientare, quindi, la scelta sul tipo di proiettile da impiegare nella propria arma corta per difesa, specialmente abitativa, nel rispetto del quadro normativo appena esposto? Innanzi tutto, occorre che la marca e il tipo di cartucce che si intendono utilizzare per difesa siano effettivamente collaudati nell’arma a ciò destinata, per confermare la regolarità di funzionamento e la precisione. Ciò vale sia per una semiauto, sia per un revolver ed è una considerazione che va oltre qualsiasi altro aspetto. Se si dispone di un cronografo (anche in prestito), è opportuno verificare l’effettiva velocità (quindi energia) del tipo di cartuccia utilizzato, rispetto al dato dichiarato dalla fabbrica: con alcune pistole (non necessariamente a canna corta), il calo prestazionale di alcune cartucce è più evidente che con altre cartucce, in proporzione. Potendo scegliere, un buon stopping power a parità di calibro e di peso di palla arriva generalmente da un proiettile con profilo troncoconico o semi wadcutter, rispetto al tipo ogivale (uno dei più convinti assertori di questa teoria fu, tra l’altro, il leggendario colonnello Jeff Cooper). Ancor meglio in teoria potrebbero comportarsi i proiettili wad cutter (completamente piatti nella parte frontale), ma i caricamenti commerciali sono destinati al tiro e offrono, quindi, una modesta velocità iniziale. Il che può essere un vantaggio in termini di rumorosità e controllabilità solo nel caso in cui si preveda un impiego difensivo in spazi confinati (una stanza della propria casa) su distanze ridottissime (uno, due metri) su bersagli non protetti. All’estremo opposto si colloca uno dei pochissimi caricamenti concepiti espressamente per la difesa personale “legale” in Italia e in Europa, cioè la serie Black mamba di Fiocchi, la quale prevede proiettili troncoconici con leggera concavità apicale di peso contenuto per gli standard del calibro, spinti a velocità piuttosto elevata al fine di favorire i fenomeni idrodinamici nell’effetto terminale.