La rimozione del divieto di vendita di armi corte in 9×19 mm, approvata dalla Camera il 21 dicembre scorso, non è proprio andata giù agli organi di informazione generalisti. Non ci voleva Nostradamus per saperlo, in verità. Anzi, ha scatenato una vera e propria crociata contro il “micccidiale” (ci vogliono almeno tre “c”) “parabbbellum” (e qui è d’obbligo come minimo la tripla “b”) che, al primo colpo sparato, trapassa chilometri di palazzi, distrugge intere civiltà precolombiane e, nel frattempo, si serve un bel caffè.
Ha esordito il quotidiano La Repubblica esattamente il giorno dopo l’approvazione della norma in questione, con un articolo caratterizzato da cifre del tutto campate per aria e nel quale, in chiusura, si precisache “La munizione finora vietata si contraddistingue solo per un notevole potere penetrante, che negli ambienti chiusi rende micidiali pure il rimbalzo dei colpi”.
L’affermazione è stata prontamente rilanciata anche da vari opinionisti da Social e sedicenti tali, la palma però della (dis)informazione più specifica sull’argomento spetta senza dubbio alcuno alla rivista Wired, che già dal titolo sbrocca di brutto: “In Italia è caduto il divieto sulla vendita di un tipo di armi e proiettili più potenti”. Bum. Dopo aver letto un siffatto titolo, anche a voi non viene voglia di cercare immediatamente in giro un elmetto da indossare prontamente? Le partorienti di questa fine d’anno daranno come minimo alla luce bambini con la voglia a forma di giubbetto antiproiettile…
Il testo dell’articolo esordisce precisando che “Le munizioni parabellum, caratterizzate da un alto potere perforante e finora riservate esclusivamente ai militari e alle forze dell’ordine, saranno ora in vendita in Italia per chiunque abbia il porto d’armi civile o sportivo” (civile? Mah).
Commentando l’iniziativa del senatore Fazzolari, Wired afferma che “La mossa ha fatto cadere un divieto storico dell’ordinamento italiano (prima convenzione e poi legge dal 2010) sulla vendita civile di munizioni perforanti i cui colpi possono rimbalzare, causando vittime collaterali”.
Saremmo già a posto così, ma evidentemente non ci si vuole far mancare nulla: “molti osservatori, dopo il semaforo verde alla liberalizzazione, evidenziano i problemi di ampliamento all’accesso ad armi e munizioni più potenti. Le munizioni parabellum infatti, sono particolarmente pericolose negli ambienti chiusi, perché i proiettili possono perforare facilmente superfici e corpi e sono caratterizzate dalla possibilità di poter rimbalzare, in modo tale da estendere il potenziale offensivo. Una norma, insomma, molto contestata, di cui forse l’Italia non aveva un impellente bisogno”.
I fatti come stanno?
Sarebbe molto bello che questi “osservatori” fossero citati con nome e cognome, per capire se si tratta eventualmente del classico maresciallo dei carabinieri (con tutto il dovuto rispetto per l’Arma dei carabinieri), vicino alla pensione, che ha attinto a fumosi e fallaci ricordi inculcatigli all’inizio del suo tirocinio, o se invece sussista un vero e proprio dolo nel fornire informazioni siffatte al giornalista (il quale tuttavia avrebbe l’obbligo di verificarle…), il che renderebbe la questione più grave, principalmente per il livello già infimo nel quale si trova l’informazione in generale in Italia. Ai posteri l’ardua sentenza, noi però un piccolo sospetto ce l’abbiamo…
Si può fare corretta informazione sul 9 mm parabellum? Evidentemente la risposta è no, ma noi ci proviamo lo stesso, anche se ovviamente a nessuno, al di fuori del ristretto ambiente degli appassionati, sembra che importi una beneamata cicca.
Fatto numero 1: il calibro 9×19 mm parabellum, dal punto di vista della potenza, è esattamente identico al 9×21, che da circa 35 anni è in vendita sul mercato civile italiano. Questo non siamo noi a dirlo, è l’organismo internazionale (Cip, Commissione internazionale permanente per la prova delle armi da fuoco portatili) preposto ad affermarlo, avendo fissato identiche dimensioni esterne e identiche pressioni di esercizio per i due calibri. L’unica differenza tra 9×19 e 9×21 è che quest’ultimo ha il bossolo di 2 millimetri più lungo (quindi, paradossalmente, potrebbe contenere una maggior carica di polvere), ma questa maggior lunghezza non può essere in alcun modo sfruttata perché la lunghezza totale della cartuccia è la stessa del 9×19. In altre parole: il bossolo è più lungo di 2 mm ma il proiettile risulta più affondato nel bossolo di 2 mm. Bilancio, come si dice, a zero.
Fatto numero 2: parliamo invece delle fantomatiche capacità “perforanti” e “rimbalzanti” del 9 parabellum. Cominciamo con il dire che entrambi questi aspetti non hanno niente (ripetiamo: niente) a che vedere con il calibro. Hanno, invece, ha che vedere con il tipo di proiettile normalmente associato a questo calibro, nell’impiego presso le forze dell’ordine italiane. Le quali hanno appunto l’obbligo di utilizzare un proiettile completamente blindato, o camiciato che dir si voglia, volendo citare definizioni più o meno gergali piuttosto diffuse. Il quale all’impatto, diversamente dal proiettile in piombo nudo, tende a non schiacciarsi (o perlomeno lo fa con molta maggior difficoltà) e quindi può vantare una penetrazione superiore (ma una inferiore efficacia terminale) e, impattando contro superfici dure con un determinato angolo, può determinare un rimbalzo più facilmente rispetto al proiettile in piombo nudo. Tutte caratteristiche che possono mettere a rischio cittadini innocenti nel momento in cui le forze dell’ordine debbano far uso delle armi in strada, contro la criminalità. Perché forse sfugge agli “osservatori” che il problema con un proiettile (non un calibro…) “perforante” o “rimbalzante” si presenta al massimo grado quando ci si trova nel mezzo di una strada di una grande città, gremita magari di cittadini. Non quando un singolo detentore di armi cerca di difendersi da un aggressore all’interno della propria casa, solo e magari di notte. No?
Prima notizia in anteprima mondiale: queste caratteristiche del 9×19 mm blindato sono identiche a quelle di un 9×21 blindato.
Seconda notizia in anteprima mondiale: l’obbligo di utilizzare palle blindate nel 9×19 mm compete a oggi alle sole forze dell’ordine italiane (oltre che alle forze armate), non ai privati, ai quali è consentito scegliere tra una molteplicità di caricamenti. Come avviene per qualsiasi altro calibro. Inoltre, come già ricordato, sono completamente diversi i contesti nei quali le forze dell’ordine o eventualmente il privato cittadino fanno uso dell’arma.
Terza notizia in anteprima mondiale: in Italia, da decenni, sono in vendita armi camerate per calibri molto più potenti rispetto al 9×19 o al 9×21. Quindi non è che il 9×19 sia stato finora dato alle forze dell’ordine perché “è più potente”.
La maggior parte delle critiche rivolte al caricamento blindato del 9×19 mm, sono proprio relative al suo impiego da parte delle forze dell’ordine e sono normalmente rivolte al fatto che numerosi altri Paesi dell’Unione europea, sempre per le proprie forze dell’ordine, hanno già da anni (in alcuni casi da decenni) sostituito i caricamenti blindati con proiettili di nuova concezione, ad alto contenuto tecnico, volti proprio a limitare i rimbalzi e accrescere l’efficacia terminale. Quindi queste caratteristiche di “perforanza” e “rimbalzanza” non costituiscono proprio per niente un “plus” nei confronti degli equipaggiamenti delle forze dell’ordine, bensì sono l’ennesimo anacronismo che affligge gli equipaggiamenti di chi deve vegliare sulla sicurezza dei cittadini.
A questo punto la domanda da porsi è: se le fonti di informazione “generaliste” commettono di questi svarioni su una questione tutto sommato banale ed elementare come questa, cosa, in nome del cielo, ci danno da bere quando ci si intrattiene sui grandi temi? Parliamo della pandemia, della bioetica, dell’astrofisica, di quello che volete. A voi non fa paura?