7,65 mm: le armi più estreme della storia
Le armi in 7,65 mm sono tra le più diffuse al mondo e hanno tutte più o meno dimensioni simili. Tranne alcuni "giganti" e "nani"…
Il caro, vecchio 7,65 Browning è uno dei calibri per difesa personale e impiego militare più longevi della storia: presentato nel 1899, è ancora oggi in produzione anche se molti ritengono che sia sorpassato in termini di potere d'arresto. Le pistole destinate a utilizzarlo sono caratterizzate da dimensioni più o meno omogenee tra loro, con canne di lunghezza compresa tra i 80 e i 90 mm, con un formato che può essere ancora definito tascabile anche se ovviamente non raggiunge i limiti delle armi in 6,35 mm. Però… però in una carriera così longeva, è capitato anche di trovare eccezioni alla regola, rappresentate da vere "micro-pistole" antesignane delle moderne back-up polimeriche e anche da veri e propri "giganti", dalle dimensioni paragonabili ad armi di calibro maggiore. Ecco una piccola carrellata per farsi un'idea!
Una delle armi più grandi mai sviluppate in 7,65 mm è stata la Browning 10/22, nata nel primo dopoguerra come evoluzione "marziale" della Browning 1910. Rispetto a quest'ultima, la canna è risultata allungata, assumendo una dimensione di ben 114 millimetri, così come anche fu allungata l'impugnatura, allo scopo di contenere fino a 9 cartucce in questo calibro. La lunghezza totale era di 178 mm. Proposta anche in 9 corto, ebbe una certa diffusione nella seconda guerra mondiale come arma secondaria in seno all'esercito tedesco.
Probabilmente la pistola "vera" in 7,65 mm più grande della storia è la Benelli B77, presentata alla fine degli anni Settanta. In questo caso la canna misura 108 mm ma la lunghezza totale è di ben 205 mm, con un caricatore da 9 cartucce. In questo caso a determinare le dimensioni elefantiache dell'arma è stato il fatto che si tratta, in pratica, di una versione "civilizzata" della B76 calibro 9 parabellum, proposta in calibro minore allo scopo di consentirne la commercializzazione nei Paesi in cui il 9 para era vietato, cioè principalmente l'Italia. L'arma ebbe una diffusione piuttosto limitata, perché pochi anni dopo uscirono le varianti in 7,65 parabellum e 9×18, di maggior potenza.
È stata a suo tempo catalogata come "pistola", anche se potrebbe essere definita più correttamente, oggi, come "Pdw": si tratta della Jager Ap75, di evidente ispirazione Ar15, con canna di ben 200 millimetri, calcio amovibile (in legno o a stampella in acciaio) e lunghezza totale di 655 mm. Negli anni Ottanta, riscosse un certo successo tra le guardie particolari giurate e anche tra le guardie venatorie. Il caricatore monofilare standard teneva ben 10 colpi ma era disponibile anche un caricatore maggiorato da 14 colpi.
All'altro estremo, tra le "micro" pistole in 7,65 mm, figura invece la Lw Seecamp statunitense, con una canna lunga appena 52 mm e una lunghezza totale di soli 108 mm: caricatore amovibile da 6 cartucce, aveva un curioso e inusuale sistema di ritardo d'apertura che richiedeva una specifica munizione per il funzionamento, cioè la WInchester con palla Silvertip Jhp. Debuttò nei primi anni Novanta.
Ben prima della Seecamp, esisteva già una micro-pistola in 7,65 mm: la Bayard belga modello 1908, decisamente curiosa in quanto in un medesimo formato poteva essere acquistata in 6,35 mm, 7,65 mm e addirittura 9 corto. La canna era lunga 57 mm per una lunghezza totale di 126 mm e un caricatore di sole 5 cartucce.