In relazione alla circolare del ministero dell'Interno sul trasporto dei prodotti esplodenti, l'Assoarmieri ha chiesto alcuni giorni fa un incontro con i funzionari ministeriali, allo scopo di chiarire le numerose criticità del documento
In relazione alla notizia sulla nuova circolare emanata dal ministero lo scorso 27 novembre, sul trasporto dei prodotti esplodenti destinati alle armerie, Assoarmieri si è mobilitata già da alcuni giorni, allo scopo di chiedere un colloquio chiarificatore con il ministero dell'Interno, per valutare gli aspetti di particolare criticità riscontrati.
"Le questioni da discutere sono molteplici", ha scritto il presidente di Assoarmieri, Antonio Bana, in una lettera indirizzata al ministero, "tra queste alcune sono di immediata evidenza, come:
-sul punto A) della Premessa che regola le modalità di trasporto dei materiali esplosivi in relazione anche all'etichettatura degli imballaggi ad alla loro omologazione ed alla abilitazione dei trasportatori. In questo primo caso si cade in un grave errore di mancata conoscenza dei Regolamenti ADR e UN, infatti, il riferimento a tali procedure regolamentari risulta essere meramente pretestuoso visto che questi danno dei limiti di esenzione anche molto ampi a quei prodotti che nell'ordinamento italiano sono considerati di I, IV e V categoria;
-sul punto G) avviso di trasporto questo paragrafo è il vero cuore del problema di questa circolare, in modo particolare al capoverso 6 e 9 dove si cerca di equiparare il trasporto dei manufatti di I, IV e V categoria con quelli di II e III per i quali non è consentito il rilascio di licenze di trasporto annuali proprio per la natura più pericolosa di questi esplosivi;
-sul punto H) silenzio assenso – controllo sui destinatari. Anche in questo paragrafo risultano emergere alcune criticità tra cui quella al capoverso 2, in quanto risulta essere discriminante e pericoloso soprattutto nei confronti delle piccole realtà di minuta vendita. Impensabile da ultimo l'approccio all'utilizzo di un unico mezzo di trasporto anche per consegne a più destinatari".
"Questi", conclude Bana, "alcuni argomenti che questa Associazione (che rappresento anche in Europa nell’ambito dell’Aecac) ha l'urgenza di discutere a salvaguardia del comparto armiero italiano (di cui questa Associazione fa parte unitamente ad Anpam e Consorzio Armaioli), della sua attività commerciale cosi tartassata senza un adeguato riscontro con un tavolo tecnico".