Dopo l'approvazione, ieri, alla camera di una delle riforme sulla legittima difesa più incomprensibili e mediocri di sempre, per il voto in Senato si profila addirittura la bocciatura!
Dopo anni di dibattiti politici e popolari, dopo innumerevoli progetti di legge presentati rigorosamente in ordine sparso dai partiti politici di destra e di sinistra, dopo che ieri è stato approvato uno dei più approssimativi e scalcinati “mischioni” che fosse possibile partorire, alla fine il risultato più probabile per la riforma della normativa sulla legittima difesa sembra essere… che non se ne farà niente.
L’Mdp di Bersani, infatti, dopo aver appoggiato alla Camera il progetto Pd approvato ieri con emendamenti di Alternativa popolare, pare aver ritirato l’appoggio al provvedimento per il voto in Senato, argomentando che questo provvedimento sia solo “la prima crepa che nel tempo di allargherà sempre di più portando sull’orlo del far west”.
Secondo quanto riferito dall’Huffington post, comunque, entrando nel merito del provvedimento sono già più d’uno gli esperti che hanno manifestato forti perplessità sul fatto che tale stesura possa essere di qualche utilità in sede processuale. Anzi, l’orientamento prevalente è quello di ritenere che porterà più confusione che chiarezza. Tanto che l’ambiguità (meglio, caoticità) del testo sta mettendo fermento anche nella maggioranza: il viceministro dei trasporti Riccardo Nencini, infatti, ha sottolineato che “la sicurezza dei cittadini sia una priorità” e che “la legittima difesa non può essere affidata alla separazione tra il giorno e la notte”.
L'aspetto più evidente di questa questione, che ormai sta straripando nel ridicolo, è quindi che la maggioranza Dem abbia tentato maldestramente lo "scippo" del tema della legittima difesa al Centro destra (ma la legittima difesa, poi, può essere di destra o di sinistra? Mah…), creando però una riforma talmente mediocre da perdersi per strada i propri stessi parlamentari. Un altro eccellente esempio del valore e della qualità della nostra classe politica.