Lo dice anche il recente sequestro dell'Interpol nei Balcani nel corso dell'operazione Trigger II
Rarissime eccezioni a parte, terrorismo e criminalità si approvvigionano al mercato illegale di armi dai Paesi orientali e dalle regioni europee dei Balcani. Ne è conferma l’operazione denominata Trigger II dell'Interpol, riferita da Euronews nei giorni scorsi, che ha portato all’arresto di 149 persone in 23 Paesi, insieme al sequestro di 321 armi da fuoco, piuttosto datate tra le quali carabine a colpo singolo, ma anche un lanciarazzi, una mitragliatrice, quasi 20.000 munizioni, granate ed esplosivi vari, “Il successo non si misura solo per il numero di controlli, le persone arrestate, il numero di articoli sequestrati e così via”, afferma Branislav Pavlovic, capo di Interpol a Sarajevo (Bosnia-Erzegovina). “Utilizzando azioni di polizia sincronizzate in diversi Paesi inviamo un messaggio chiaro ai criminali. I poliziotti di diversi paesi in tutto il mondo lavorano insieme contro il crimine organizzato”. All’operazione coordinata dall’Interpol, hanno partecipato oltre 7.800 agenti. Al sequestro delle armi si è arrivati dopo un’analisi capillare dei database nella sede centrale di Lione (Francia). “Quasi ogni arma da fuoco recuperata viene da qualche altra parte”, spiega John Hageman, capo della sezione armi da fuoco di Interpol. “Quindi, un Paese può adottare una legislazione rigorosa sulle armi da fuoco, ma ancora non può controllare ciò che accade in altri Paesi. In questo modo le armi riescono a muoversi in tutto il continente europeo e il pericolo per i cittadini è che a volte possono arrivare da 100 o 1.000 chilometri di distanza e non individuarle potrebbe compromettere la sicurezza”. La Trigger II è l’ideale continuazione di un’operazione con lo stesso nome iniziata nell’aprile dello scorso anno e che si rese necessaria per l’aumento dei timori per il traffico illecito di armi nei Balcani e per i diversi attentati terroristici compiuti in Europa e in altre parti del mondo. In quell’occasione la base di coordinamento venne stabilita dall’Interpol a Sarajevo e anche in quel caso vennero effettuati arresti e sequestrati esplosivi e armi.
Secondo fonti Interpol il prezzo medio di un Ak47 come quello che Karim Cheurfi ha scaricato sugli agenti agli Champs-Elysées di Parigi qualche giorno fa, sarebbe oggi di tremila euro, mentre nei Balcani si troverebbe anche a cifre attorno ai 400 euro.