Vi è stata, oltre all’appoggio degli americani e degli alleati, un vera e propria corsa al riarmo nelle dotazioni individuali delle forze speciali che se da un lato effettivamente persegue la filosofia del miglioramento delle capacità di combattimento dall’altro, evidenzia la complessità e la frammentarietà delle strategie degli aiuti o meglio, la difficile diplomazia degli aiuti militari.
A partire dal 2016, compaiono nelle mani delle Isof i nuovi fucili d’assalto bull-pup croati (Hs Produkt) Vhs-D2 calibro 5,56×45 di costruzione polimerica e con canna di 500 millimetri. Di moderna concezione, questi fucili sono dotati di comandi completamente ambidestri, lato di espulsione dei bossoli selezionabile, funzionamento con gas pistone e otturatore rotante, rateo di fuoco di 750-950 colpi/minuto e peso di 4.039 grammi con caricatore vuoto. Cosa strana per un bull-pup poi, ha la possibilità di estendere il calciolo per 50 millimetri in modo da adattarsi meglio alle necessità del tiratore. Si tratta comunque e grazie alla tipologia di configurazione, di un’arma molto compatta: con canna di 19,6 pollici (500 millimetri) e quindi una misura da “fucile”, misura infatti complessivamente 800 millimetri.
A fianco del bull-pup compare però un altro fucile d’assalto più compatto e adatto alle situazioni di Cqb-Close quarter battle: il K2C1 della S&T Motiv sud coreana (ex Daewoo precision industries) sempre in 5,56×45. Rispetto la versione standard K2 adottata dall’esercito della Corea del Sud, il K2C1 adotta calciatura telescopica tipo M4 ma ribaltabile, canna di 305 millimetri (12 pollici) e quad rail Picatinny. Invariato il sistema di funzionamento con gas piston tradizionale e otturatore rotante ma con canna adesso accorciata e calcio ribaltato, l’ingombro longitudinale si riduce ad appena 570 millimetri; il rateo di fuoco è tra i 700 ed i 900 colpi/minuto e il peso senza caricatore è di 3.680 grammi.
Riguardo ai fucili di precisione la dotazione è vasta ma altrettanto eterogenea, iniziamo dallo S&T Motiv K-14 calibro 7,62×51: dotato di chassis polimerico rinforzato con fibra di vetro con astina tubolare in alluminio stile Ar 15. Lo sniper sud coreano mostra calciatura regolabile con poggia guancia, è dotato di caricatori da 5 o 10 colpi, scatto regolabile con sicura interna al ponticello del grilletto; con canna da 610 millimetri (24 pollici) pesa a vuoto 5.500 grammi.
In merito ai calibri per più lunghe distanze, appare forse più scontata “politicamente”, l’adozione dello sniper russo Orsis T 5000 anche se al momento non è chiaro se siano in .300 Winchester magnum, .338 Lapua magnum o un mix di tutti e due. Di base, quest'arma con canna di 660 millimetri (26 pollici, 27,4 pollici in .338 Lapua magnum) pesa circa 6.200 grammi, è fornita di calciatura regolabile e pieghevole in Duralluminio D16T, scatto regolabile tra 500 e 1.500 grammi, caricatori metallici da 5 colpi.
Come fucile anti materiale e per le lunghissime distanze, vi è il “controverso” monocolpo in 12,7×99 Am-50 Sayyad iraniano: in primo luogo perché è un clone dello Steyr Hs-50 (ottenuto in precedenza e ufficialmente dalle forze di polizia iraniane in 800 esemplari…), secondariamente perché non è chiaro se sia stato requisito alle forze ribelli siriane che a loro volta, lo avevano preso all’esercito siriano oppure, se rientri nei recenti accordi militari con l’Iran. L’Am 50 ha una lunghezza di canna di 833 millimetri (pari a 33 pollici) ed un peso di 12.400 grammi.
Sino a pochi anni addietro, le dotazioni militari delle forze armate irakene erano ancora un mix tra quelle di origine ex-sovietica/russa e quelle americane più recenti ma, a seguito di un “raffreddamento” con gli Usa, rei secondo le autorità irachene di non aver immediatamente e adeguatamente supportato le forze governative nel contrasto all’invasione del califfato, le forniture militari americane sembrano al momento in ribasso grazie all’ingresso di vari o più disponibili fornitori internazionali.