Il viceministro dell'Interno Bubbico ha commentato la triste vicenda di Casaletto lodigiano, proponendo la consueta risposta preconfezionata, ideologica e dogmatica. Cosa ha detto?
Commentando il tragico episodio di Casaletto lodigiano, nel quale un cittadino ha ucciso un ladro dopo una colluttazione, il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico non ha perso occasione per ribadire la propria contrarietà alle armi in mano ai cittadini, dichiarando: “Episodi come quello di Lodi sono particolarmente gravi, incidono sulla percezione della sicurezza e colpiscono l’opinione pubblica, ma le scorciatoie sulle armi e la difesa individuale non sono efficaci. Al contrario, nei Paesi nei quali le armi vengono distribuite senza nessun vincolo gli episodi cruenti sono all’ordine del giorno. Quindi chi vuole allargare le maglie della concessione del porto d’armi propone una soluzione che non funziona”. Bubbico indica invece come strada maestra da seguire “investire sulle forze di polizia, ed è per questo che è stato sbloccato il turnover. I reati predatori sono devastanti, bisogna capire le reazioni di chi viene colpito nella sua privacy, nella sicurezza propria e dei propri affetti. Siamo però convinti che vadano rafforzate le difese collettive: il governo sta sottoscrivendo accordi e patti per la sicurezza con gli enti locali, sta promuovendo la diffusione di nuove tecnologie per migliorare l'efficienza del sistema di sicurezza. Lo scopo è quello di finalizzare gli sforzi di ciascuno affinché la situazione possa migliorare. Questa è la via da seguire, il resto attiene all'uso strumentale di un problema che esiste e che verrebbe solo aggravato con soluzioni fai da te”.
Il viceministro dimostra ancora una volta di parlare di questioni molto gravi e attuali per sentito dire, senza alcuna cognizione di ciò di cui è chiamato a occuparsi: al di là del fatto che non si comprende quali possano essere i Paesi nei quali “le armi vengono distribuite senza nessun vincolo” (forse lo Yemen?), occorre ricordare al viceministro che un recente studio dell’università di Liegi ha dimostrato oggettivamente proprio il contrario di quanto lui afferma: cioè, che nei Paesi europei più liberali in materia di armi ai cittadini, i crimini commessi con le armi sono inferiori. Ancora una volta, inoltre, si pretende di considerare il rafforzamento dei presidi di pubblica sicurezza come qualcosa di alternativo rispetto a una normativa che possa maggiormente tutelare chi si trova drammaticamente a dover difendere la propria incolumità personale tra le mura domestiche. Non si capisce, e continua a non capirsi, come una cosa possa o debba escludere l’altra: è del tutto evidente che, per quanto si rafforzino le dotazioni delle forze dell’ordine, non sarà mai materialmente possibile prevenire ogni singolo crimine e, di conseguenza, lo Stato dovrà sempre, necessariamente, prevedere una tutela per la legittima difesa dei suoi cittadini. Bubbico, ancora una volta, bocciato…