L'edizione on-line de Il Giornale dedica l'apertura nella homepage di oggi al classico articolo qualunquista sul possesso di armi da parte dei cittadini e, come al solito, torna il concetto della "scorciatoia" che avrebbero trovato i cittadini "dopo la stretta sulle licenze". L'imputato principale, come sempre, è il porto di fucile per Tiro a volo, il cui rilascio ha subito un deciso aumento negli ultimi anni senza che si osservi un analogo, esponenziale aumento delle iscrizioni alle federazioni sportive Fitav e Uits. "Qualcosa non torna", osserva maliziosamente l'autore dell'articolo Federico Malerba, ignorando però evidentemente innanzi tutto che le federazioni del tiro sono più di due e in secondo luogo che non tutti coloro i quali intendono praticare il tiro a segno amatorialmente hanno la necessità o l'obbligo di iscriversi a una federazione (malgrado quanto da anni tenta di sostenere l'Uits…) e che è perfettamente legittimo essere iscritti a un Tiro a segno o a un campo di tiro privato e divertirsi alla grande la domenica, senza per questo dover essere agonisti o tesserati. Purtroppo la carenza di informazioni si traduce in disinformazione vera e propria quando si fanno alcune affermazioni decisamente sbalorditive, come quella secondo cui "questo tipo di permesso" (si parla sempre del porto di fucile per Tiro a volo) "non autorizza a tenere l'arma pronta per l'uso nemmeno nella propria abitazione, pena il sequestro e una denuncia". Ma chi l'ha detto? Chi l'ha detto che a casa propria non sia possibile tenere l'arma carica e pronta per l'uso, a prescindere dal tipo di autorizzazione che si possiede (il tipo di porto d'ami, infatti, non c'entra niente)? La legge dice semplicemente che bisogna adottare quelle accortezze tali da impedire l'agevole impossessamento da parte di persone non autorizzate o minori! Se l'arma (carica), per esempio, è detenuta in una cassaforte con apertura digitale a combinazione o con sensore Rfid, anche se si ha una squadra di calcio di bambini in casa l'arma può essere tenuta legalmente carica! Ma c'è ben di più: "si può sospettare che più di qualcuno ne faccia un uso improprio. Qualcuno che non sarebbe riuscito a ottenere il porto per difesa personale… e che in questo modo può comunque dotarsi di una pistola o un fucile". Qualcuno riuscirà, prima o poi, a spiegare ai giornalisti dei quotidiani che i requisiti psicofisici e legali per qualsiasi tipo di porto d'armi sono i medesimi? Ma di quale "uso improprio" si parla? Se si hanno i requisiti si può avere l'arma, se i requisiti non ci sono, l'arma non la puoi avere (legalmente), e non c'è scorciatoia che tenga!
Per leggere l'articolo integralmente, CLICCA QUI.