Anche l’Auda a Bruxelles

Anche Maurizio Piccolo, presidente dell’Auda (Associazione utenti delle armi) era presente alla conferenza di Firearms united svoltasi a Bruxelles, e ha diffuso un comunicato che riportiamo integralmente

Anche Maurizio Piccolo, presidente dell’Auda (Associazione utenti delle armi) era presente alla conferenza di Firearms united svoltasi a Bruxelles, e ha diffuso un comunicato che riportiamo integralmente:

 

Il convegno di Bruxelles ha nuovamente evidenziato quali sono i problemi della Commissione Europea e della parte politica, più volte segnalati dalla nostra associazione. Basta vedere cosa è accaduto immediatamente dopo: la Commissione, nonostante l'evidente mancanza di dati significativi e nonostante le figuracce rimediate in seno al convegno, ha ancora una volta rincarato la dose, proponendo la messa al bando di qualunque tipo di arma di derivazione Ak/Ar (dunque anche quelli che nascono unicamente per il mercato civile). Del pari la Commissione desidera la messa al bando di ogni tipo di caricatore di capacità superiore ai 10 colpi, smentendo peraltro sé stessa e indicando a chiare lettere di non conoscere gli argomenti tecnici sui quali desidera pesantemente intervenire. Non sono infatti stati enunciati, neppure in via generale, i motivi delle "deroghe" sul possesso e sull'impiego dei caricatori di capacità maggiore, facendo presumere che il vero intento rimane solo e soltanto quello di vietare, non di permetterne il loro uso/detenzione. Ritornando ai contenuti del convegno Firearms United, abbiamo assistito a un nuovo intervento della presidente Imco Vicky Ford, che ha raccolto ampi consensi da parte degli intervenuti. Secondo noi non meritava gli applausi, perché le dichiarazioni concilianti restano ancora troppo morbide a fronte del muro di gomma eretto dalla Commissione. Il rappresentante della Commissione, Alain Alexis, ha meritato le risa degli intervenuti in quanto ha dimostrato la mancata preparazione tecnica per discutere gli argomenti oggetto del convegno. Destano stupore e sconcerto talune sue dichiarazioni; più che da ridere ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, gridando all'insulto alla ragione per la non conoscenza del settore che si vuole mutilare e annichilire. A. Alexis è arrivato ad affermare che le armi leggere hanno un diverso grado di pericolosità a seconda della presentazione e del funzionamento, sostenendo che in occasione della strage terroristica di Parigi al Bataclan si sarebbe dimostrato che le armi usate in funzionamento semiautomatico sono ancora più pericolose,  per essere più selettivi nel consumare i colpi ed ottenere la massima efficacia delle armi automatiche. Un’affermazione grave che non trova riscontro storico, e che non tiene conto che i terroristi si erano procurati armi da guerra clandestine, caricatori da guerra clandestini non limitati e usavano proiettili da guerra, di fatto indisponibili al mercato civile e vietati da tutte le legislazioni. Come confondere forma, dimensione e colore, e sottovalutare la differente carica e struttura del proiettile, che può rendere un’arma da caccia arma di tipo guerra. A questo punto è facile convincersi che sarebbe meglio uscire, oltre che dall’Euro, anche questo Parlamento Europeo, sordo e in mala fede. Alla bieca insistenza della parte politica comunitaria, che ha ripetuto come un disco rotto gli intenti a tutti ben noti e mal supportati dai fatti (o non supportati affatto), hanno fatto da contraltare interventi molto incisivi e documentati. Tra questi l’ottimo rappresentante dei collezionisti Stephen Petroni (presidente FESAC, l'associazione che riunisce i collezionisti di armi), con cui cercheremo di metterci in contatto, la deputata Dita Charanzova, e l’ineguagliabile motore traente di Firearms United – Katja Triebel. Ci è piaciuto molto, infine, il Deputato Stefano Maullu, le cui linee di pensiero si sono rivelate conformi alle nostre idee di associazione e alle nostre aspettative: sarebbe un perfetto rappresentante di Auda all’interno del Parlamento europeo.