Il portale Infodifesa dà conto di alcune dichiarazioni del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, volte a rassicurare l’opinione pubblica italiana dopo i tragici fatti di Nizza. Alfano ha dichiarato di “aver aumentato ancora di più i controlli” e soprattutto di aver inviato una circolare a questori e prefetti invitando “gli agenti a portare l’arma d’ordinanza anche fuori dagli incarichi specifici e dall’orario di servizio, sollecitando la vigilanza sempre”.
Visto che siamo proprio nel bel mezzo dell’estate, sarebbe opportuno ricordare al ministro dell’Interno che la pistola d’ordinanza (Beretta 92) è un’arma di grande affidabilità e robustezza, ma anche caratterizzata da dimensioni importanti e, quindi, dissimulabile con una certa difficoltà sotto gli abiti tipici di questa stagione. Se il ministro volesse fare qualcosa di reale per la sicurezza dei cittadini, forse sarebbe più opportuno che finalmente ci si preoccupasse di consentire agli appartenenti le forze dell’ordine di avere il porto di pistola per difesa personale per poter portare fuori servizio, in abiti civili, armi alternative rispetto a quella d’ordinanza, più indicate per pesi e dimensioni alle differenti esigenze operative. Non si capisce, tra l'altro, per quale motivo tale facoltà sia concessa agli ufficiali in servizio attivo nelle forze armate (peraltro con esenzione dal pagamento della tassa di concessione governativa) come previsto dall’art. 75 del regolamento di esecuzione al Tulps, e non agli appartenenti alle forze dell’ordine.