Regione Lombardia ha dato risposte insufficienti sull’operatività della banca dati dei richiami vivi di allevamento (con legge regionale 38/2015, è stato modificato l’articolo 26 della 26/93). “L’applicativo banca dati non è ancora stato adeguato a questa modifica normativa perché è parte degli applicativi della Uo Veterinaria che sono attualmente oggetto di una ampia revisione conseguente al riordino del sistema della Sanità lombarda. La messa in produzione della modifica dell’applicativo è prevista per la fine di luglio. Nel frattempo è comunque possibile aggiornare la Banca dati con le modalità precedenti senza che sia necessario inserire il codice identificativo dei richiami di allevamento. Per questi ultimi, infatti, è sufficiente indicare, per ogni esemplare, un carattere qualsiasi (es. “A”)”.
Il consigliere Alessandro Sala del gruppo “Maroni presidente”, si è espresso in merito alla vicenda sollevata dalla sua interrogazione n. 1300-Adempimento Legge regionale n. 38 10 novembre 2015- Banca dati richiami vivi di allevamento (in allegato): “La risposta che l’assessore Fava ha dato all’interrogazione che ho presentato in consiglio ritengo che sia una risposta inadeguata. Dopo otto mesi che abbiamo approvato la legge sulla banca dati dei richiami vivi per uccelli di allevamento, a oggi un cacciatore si trova impossibilitato ad accedere alla banca dati, problema peraltro più volte segnalato in questi mesi. Scaricare la colpa a Lombardia Informatica significa non prendersi le responsabilità, caro assessore, e per me è una barzelletta! I cacciatori senza scuse hanno pagato la tassa regionale, senza ritardi e senza fiatare. A loro vanno date risposte concrete e fatti senza troppe parole”.
“Ricordo”, ha concluso Sala, “che nella banca dati per i richiami di allevamento va indicato come previsto dalla normativa la quantità totale dei richiami allevati e non più il numero dell’anellino applicato alla zampa”.