La nota tecnica seguente è stata redatta dall’ammiraglio Domenico Peveri, che nella riunione del direttivo del Comitato indetta per il 4 gennaio verrà ufficialmente investito della responsabilità di seguire e valutare l’andamento dei lavori della Commissione europea. L’ammiraglio Peveri entra quindi ufficialmente nel team operativo del Comitato direttiva 477.
Ecco la nota relativa a un recente sondaggio promosso dalla Commissione e millantato come rappresentativo nei suoi esiti. La realtà e tutt’altra. Nella lettera a firma di Fabio Marini "Answer to firearms complaint" si legge la seguente frase: “Our recent Eurobarometer survey indicated that most Europeans support stricter firearm controls, and two-thirds support EU action – in cooperation with national authorities – against firearms trafficking”.
Peveri ha voluto approfondire lo studio sull'Eurobarometro. Di seguito le sue considerazioni che possano servire quale ulteriore elemento a demolire le teorie della Commissione.
In primo luogo si ritiene di eccepire che non si possa attribuire alla maggioranza degli europei quanto dice Marini, poiché il campione dell’indagine statistica fatta con il metodo Cati (intervista telefonica assistita da computer) riguarda un campionamento dello 0,0064% della popolazione (circa mille per ciascun paese europeo, esclusi Malta e Cipro, che hanno avuto 500 intervistati, per un totale di 26.555 individui su una base di 412.555.713): a pagina 49 lo ammettono implicitamente i compilatori stessi del documento.
Il campione di 1.000 persone per paese – inoltre – avrebbe potuto essere valido solo se anziché utilizzare il metodo casuale di “residente con età superiore a 15 anni” fossero state scelte categorie rappresentative/competenti dei dati che si sarebbero voluto raccogliere; invece, ha risposto un campione che per il 90 % non ha mai posseduto armi. Si tenga presente che per avere un livello di confidenza del 95%, con un margine di errore anche alto del 10%, per un paese come l’Italia (circa 50 milioni) occorrerebbe una base di circa 4.800 persone.
Le 9 domande del questionario da cui scaturiscono le valutazioni non sono state compilate secondo i criteri corretti (o forse sarebbe meglio dire "onesti") delle indagini statistiche (vedasi documenti Istat) in quanto;
? non vi sono domande filtro;
? le domande Q1-Q2-Q3 condizionano chiaramente le risposte delle successive;
? la domanda Q 4 è tendenziosa, l’unico paese in Europa dove la normativa sulle armi è sostanzialmente differente è il Regno unito;
? poiché risulta che il 90% degli intervistati non ha mai posseduto armi, le risposte relative non hanno significato in quanto chi non ha mai acquistato un'arma verosimilmente non sa cosa implichi (avrebbe avuto senso con una domanda filtro tipo “Lei sa quali armi sono legali nel suo paese?”);
? la sequenza delle domande è palesemente impostata sulla logica della proposta della Direttiva e comunque non tiene conto del fatto che l’ordine stabilito nella sequenza degli argomenti può condizionare la risposta, creando distorsioni nei dati. Per esempio, se si vuole un’opinione spontanea sulla soddisfazione nel lavoro è bene non anteporre domande sulle caratteristiche specifiche del lavoro svolto che potrebbero focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti particolarmente gradevoli o sgradevoli. (Istat). Infatti chiedere “Do you think that over the next five years the level of crime using firearms” increase… (domanda Q2) condiziona evidentemente quasi tutte le altre 7 che seguono.
La valutazione del Comitato direttiva 477 è che quindi l’indagine in commento sia stata realizzata con criteri distorsivi per pervenire alle conclusioni desiderate e predeterminate dalla Commissione e che non sia tecnicamente corretta e che, pertanto, manchi di una reale rappresentatività dell’opinione dei cittadini europei.
Contestualmente vogliamo ricordare che è di ENORME IMPORTANZA che tutti i tiratori provvedano a COMPILARE IL QUESTIONARIO promosso dalla Commissione europea ENTRO IL 1° FEBBRAIO 2016.