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All’inizio di questo secolo Filippo e Giovanni Benelli fondarono l’industria motociclistica che conquistò fama e allori sulle strade e i circuiti di tutto il mondo. Oltre a quella per le moto i due fratelli condividevano la passione per la caccia. Giovanni si era personalmente costruito una doppietta nel 1920. In seguito continuò ad approfondire gli studi e le esperienze giungendo, tra gli altri, al brevetto del primo fucile in lega leggera nel 1940. Dalla fine degli anni Sessanta la storia è nota.
Perciò, in un certo senso, il nuovissimo 828 U non è il primo fucile a due canne di Benelli. Tuttavia, nelle intenzioni e dal punto di vista tecnico non intende mantenere alcun legame col passato. È un sovrapposto tecnologico e rivoluzionario costruito a partire dal foglio bianco e con tre brevetti innovativi. Tra le mani e imbracciato, comunque, resta proprio un sovrapposto. Anzi, ne spinge all’estremo le caratteristiche peculiari.
Intanto, il nome: 828 U è il codice identificativo Unesco per Urbino, sigla che parrebbe banale, ma rappresenta il forte legame con Urbino, che è espressione tutta italiana del bello. È indubbia e incontrovertibile la somiglianza o “family feeling” con l’ultimo semiautomatico Raffaello. Ha bascula in Ergal e chiusura con blocchetto in acciaio, pacchetto di scatto estraibile, monoblocco con camere che si innestano nelle canne, espulsori a impulso, chiave di apertura che arma i martelli, percussori lanciati, astina di nuovo disegno, calciolo con sistema Progressive comfort, nasello in gel, calcio con piega e vantaggio regolabili su 40 posizioni, canne (660 e 710 mm) trattate criogenicamente con bindella in fibra di carbonio e prive di bindellini laterali.
Più di tre anni di lavoro, a quanto riferisce il direttore di stabilimento Marco Vignaroli, ma ben spesi. Presentato negli Stati Uniti a gennaio in versione anodizzata nera (2.499 dollari) e in versione con bascula satinata, nichelata e incisa (2.999). In Europa fa il suo debutto all’Iwa di marzo e probabilmente sarà nelle armerie italiane subito dopo, nella sola versione con bascula nichelata e incisa a un prezzo che dovrebbe essere attorno ai 2.700-2.800 euro.
All’altezza del brand
«Nel gruppo, Beretta e Franchi vantano una notevole esperienza sul sovrapposto», spiega il direttore marketing Roberto Massarotto. «Adesso anche il nostro prodotto è maturo, ci è costato dura fatica, ma la tecnologia e l’estetica sono all’altezza del nostro brand. Vignaroli l’ha progettato attraverso una forte comunicazione interna tra tutte le funzioni aziendali, poi naturalmente ci si è messo il nostro ricerca e sviluppo». L’828 U è frutto della lean production, come in precedenza il SuperVinci.
«L’analisi del mercato dice che c'è una forte saturazione, soprattutto in Italia e in Europa. Non potevamo che proporre qualcosa di diverso, qualcosa che non è in armeria o in rastrelliera e che ha contenuti interessanti». Il benellista, il pioniere, il cacciatore tecnologico saranno attratti irrimediabilmente perché il nuovo sovrapposto, rivede concetti costruttivi, sposta i paradigmi del fucile tipico italiano e (finora) gardonese, con uno stile distintivo. Da uno studio condotto dall’azienda su un rilevante campione di cacciatori, l’estetica è elemento che statisticamente viene al primo posto nella scelta del fucile, poi il feeling personale, seguito da qualità, funzionalità e sicurezza.
«Abbiamo introdotto innovazione e stile in un segmento molto tradizionale. Puntando sempre e comunque su eleganza, comfort e sicurezza. 828 U vuole essere un nuovo riferimento estetico e tecnico, al passo con i tempi. E dovrà far apparire “vecchi” gli altri».
Tre brevetti
I tre brevetti riguardano il sistema di scatto, la chiusura e la modalità di saldatura delle canne. Un quarto brevetto è quello del Progressive comfort già applicato sul nuovo Raffaello, ma qui ulteriormente perfezionato. La bascula è in Ergal: il disegno originale, dell’architetto Marco Gaudenzi, deriva dall’ala del germano reale e trasmette una sensazione di movimento grazie alla lavorazione a raggiatura variabile. È larga 43 mm e alta 61,8, non ci sono perni o viti a vista. L’incisione eseguita dalla Bottega Giovanelli mediante laseratura e rullatura, grazie alla nichelatura consente di valorizzare il disegno rinascimentale della roverella tipica degli arredi del duca di Montefeltro. Ci sono tralci di roverella e ghiande, intrecciati nel modo in cui era solito farsi nei tavolini rinascimentali: uno stile italiano e tipicamente marchigiano. Vicino all’innesto con il calcio, la finitura a squame che ricordano la coda di pavone si armonizza con la particolare zigrinatura del legno.
La chiusura è assicurata dal blocchetto a piastra d’acciaio temprato e lucidato che sigilla le camere di scoppio ancorandosi in 4 punti nei ramponi del monoblocco. Ci sono anche due perni posti sulla parte alta della bascula, all’altezza delle conchiglie, comandati dalla chiave e che si inseriscono in due alloggiamenti del monoblocco. La campanatura delle canne, in questa zona, assomiglia molto a quella degli So di Beretta.
Anche la croce è in acciaio, con due interfaccia in acciaio all’interno della bascula in Ergal, nella zona dei perni di basculaggio, affinché il frizionamento sia acciaio su acciaio. Il grado di frizionamento (o tiraggio) è regolabile e personalizzabile. La forza di apertura è costante sia che il fucile abbia sparato sia no. L’espulsione viene abilitata (il cosiddetto “consenso”) tramite l’impulso della pressione dell'esplosione della cartuccia: gli espulsori hanno una leva di aggancio che viene attivata da due interruttori, cilindretti d'impulso che sono in comunicazione con le camere di scoppio e segnano leggermente il bossolo. L’estrazione è invece meccanica. L’angolo di apertura è di 48º come per i sovrapposti Beretta, mentre Browning ha 43°, l’apertura è sempre agevole e completa.
Più forte dell'acciaio: in realtà il fucile è testato addirittura a 2.500 bar. Se anche la tendenza è per cartucce con pressioni sempre maggiori, dunque la chiusura Benelli è fatta per durare per i prossimi 100 anni. La saldatura del monoblocco con le canne è invertita: qui il monoblocco è “maschio”, trattato termicamente per raddoppiare la resistenza, mentre la saldatura è eseguita a induzione, che garantisce tenuta di attacco e minima deformazione dei tubi, dopodiché camera e canne vengono ulteriormente lappate. L’innovativa metodologia di saldatura consente di assemblare i due tubi martellati in acciaio legato ad altissime prestazioni, oltreché nella zona del manicotto, solo in volata e quindi le canne sono libere di vibrare e di dilatarsi al meglio per performance balistiche di massimo livello.
Le canne Powerbore, disponibili nelle lunghezze 660 e 710 mm, sono realizzate in acciaio quadrilegato martellato a freddo, forate a 18,5 e potenzialmente intercambiabili. La bindella è in fibra di carbonio, niente bindellini, per ridurre il peso e migliorare l’estetica. Le canne sono selezionate, temprate criogenicamente, con geometria interna dei coni di raccordo allungata per consentire l’uso di pallini in acciaio e migliorare la balistica, riducendo al contempo l’effetto del colpo d’ariete dell’uscita dello sciame di pallini. Sono brunite lucide.
Gli strozzatori lunghi sono i consueti Criochoke. Anche il calciolo è standard. Ma, in mezzo, il fucile è tutto nuovo…
Il pacchetto di scatto è compatto, intercambiabile e facilmente amovibile intervenendo con una sorta di chiave in dotazione sull’unico perno di blocco posizionato dietro il ponticello. Sviluppa la massima performance e aumenta l’affidabilità: costruito in alluminio e acciaio, è stato qualificato con test di caduta a 1,5 metri. Lo scatto pesa circa 2.300-2.500 g.
Il pacchetto è equipaggiato con invertitore dei cani di nuova concezione e contiene i martelli che danno l’abbrivio ai percussori lanciati che sono su questo sovrapposto perfettamente paralleli, cosa che non accade certo di consueto su queste armi, contenuti nella bascula e passanti il blocchetto in acciaio. L’armamento dei cani avviene attraverso l’azionamento della chiave d'apertura: è questa una zona dell’828 U molto impattante dal punto di vista estetico, perché la leva è lunga e curva con zigrinatura sul lato sinistro della palmetta e fa apparire la larghezza della bascula maggiore di quello che è effettivamente. L’azionamento è comunque perfetto, così come l’apertura del fucile, mentre l’unico appunto che si può fare è che proprio aprendo il fucile si avverte un suono di parti meccaniche in movimento che ricorda un po’ l’apertura dell’otturatore sul semiautomatico. Dietro alla chiave, il grosso e comodo cursore della sicura con l’invertitore dei cani. È indicata chiaramente, con pallini rossi, quale canna spara per prima e quale per seconda.
I legni di grado 3 sono finiti a olio, la zigrinatura è definita “a coda di pavone”. L’astina ergonomica ha pulsante di apertura di sicurezza sul puntale, incassato nel legno, e va spinta verso le canne per l’apertura. La pala è leggermente più piccola e integra il sistema Progressive comfort di ultima generazione, simile a quello del Raffaello, ma ancora ottimizzato per peso, compattezza e leggerezza, per adattarsi al sovrapposto. Le alette sono state leggermente modificate in funzione del disegno dell'arma. Dovrebbe ridurre l’effetto del rinculo del 50%.
Nasello e calciolo in poliuretano sono intercambiabili, così la lunghezza del calcio può essere di 365, 375 e 385. Sono addirittura 40 le possibilità di regolazione fine del calcio che non ha meccanismi interni a eccezione del corto tirante: +3 o +6 e altrettante in negativo le deviazioni in dotazione, di 2,5 in 2,5 da 42,5 a 65 mm le piastrine disponibili per le pieghe..
Gran bel sovrapposto
Il nuovo Benelli 828 U potrà non piacere, ma mai risultare indifferente. A me piace, soprattutto allo sparo. L’assetto è molto comodo, il rinculo è mite per il percorso rettilineo e basso delle forze in gioco al momento del tiro. Leggero e bilanciato, ha una naturale attitudine alla messa in mira. È “facile”. Migliorabile solo lo scatto intervenendo sul collasso di retroscatto. Nessun problema nelle serie di piattello e anche successivamente, nelle prove di funzionamento con cartucce varie e di varie grammature.
Il fucile à lungo 1.200 mm con canne di 710 mm e pesa circa 2.990 grammi. Ottimali l’imbracciata, il brandeggiamento e la velocità sui traversoni laterali, “rotondo” il colpo sui piattelli.
Il Benelli 828 U tra le mani è effettivamente un sovrapposto, non stupisce, il feeling è quello e per le sue caratteristiche così innovative è un bel passo e una soluzione vincente. Poi è diverso, anche come reazione allo sparo, ma le differenze sono in realtà a tutto vantaggio dell’utilizzo del sovrapposto. Le canne sono velocissime. Certo, non hanno i bindellini laterali e la bindella è in fibra di carbonio, ma le canne di 650 mm (26”) pesano comunque 1.370 g e quelle di 710 (28”) ne pesano 1.400. Sono magre, pulite, però la sensazione nel brandeggiamento è quella di avere tra le mani un fucile veloce che segue molto bene le traiettorie del piattello. Già, ho sparato piattelli al Tiro a volo di Urbino (Pu).
L’altra impressione molto positiva è il bilanciamento, il baricentro posizionato proprio sui perni di basculaggio, nel motore del sovrapposto e questo si nota moltissimo, considerando che il fucile è leggero e questa leggerezza non è in contrasto con il bilanciamento o con le canne che possano saltare. C’è il Progressive comfort e la bascula in Ergal che però ha molte parti in acciaio. Il fucile è centrato, tanto bene che la reazione allo sparo è proprio nel centro del fucile, la spalla non risente dell’effetto del rinculo e le canne sono ferme, immobili, il secondo colpo è molto facile perché se si esegue bene il follow through si arriva sul bersaglio senza bisogno di correzioni, eventualmente si può sì velocizzare per inseguire il selvatico che si sia salvato sul primo colpo. Il Benelli 828 U è del tutto simile a un sovrapposto tipico, non impone sforzi notevoli anche dal punto di vista concettuale, smontarlo è facile. È fatto per consentire interventi da parte dell’utilizzatore perché per esempio la batteria è estraibile senza problemi, più facilmente di alcuni sovrapposti da tiro che notoriamente costano cifre molto più elevate. Il fitting del calcio è perfetto.
Lo sforzo tecnico è stato notevole, la sicurezza dovrebbe essere a prova di bomba. Avremo il dettaglio del comportamento del fucile soltanto dopo averlo provato estensivamente, Benelli ha però fatto tutte le prove del caso e il prodotto deve essere all’altezza del nome e della qualità consueta della casa di Urbino. Inizialmente pensato per la caccia, la piattaforma potrà avere probabilmente qualche evoluzione, anche se per ora sono esclusi modelli per il tiro.
Scheda tecnica
Costruttore e distributore: Benelli armi, via della Stazione 50, Urbino (Ps), tel. 0722/30.71, fax 0722/30.72.07, www.benelli.it
Modello: 828 U
Tipo: fucile a due canne sovrapposte per caccia
Calibro: 12/76
Chiusura: geometrica mediante blocchetto
Canne: Powerbore lunghe 660 (disponibili 710), forata a 18,4-
Estrattore: a unghia con molla, sulla faccia della testina
Espulsore: a impulso
Congegni di puntamento: bindella ventilata a ponticelli, piana, in fibra di carbonio, larga
Sistema di scatto: monogrillo selettivo cromato; diretto; peso compreso tra 2.300 e
Sicurezze: manuale a cursore dietro la chiave con invertitore di canne
Legni: asta e calcio tipo caccia; calcio lungo
Materiali: bascula macchinata da trafilato in lega di alluminio ad alta resistenza; croce in acciaio; canne in acciaio legato da bonifica; calcio in noce di grado 3
Finitura: bascula nichelata e incisa, canne brunite lucide; calcio finito a olio
Dotazioni: kit di variazione piega del calcio; olio; 5 strozzatori intercambiabili Crio (* e **) e Crio steelshot (***, ****, cyl)
Peso rilevato:
Lunghezza complessiva:
Prezzo indicativo: 2.700 euro, Iva inclusa