Il caso del sequestro nazionale di tutti gli Zastava M76 assume contorni sempre più grotteschi: dalla lettura degli atti del decreto di sequestro disposto dal Tribunale di Brescia, risulta infatti che, malgrado il sequestro sia stato disposto per un palese errore della commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, le perizie sugli esemplari sono state affidate a un perito balistico che per anni è stato membro della commissione medesima! Anche nel caso in cui non vi sia stata una sua responsabilità diretta, specifica, nella catalogazione degli Zastava M76 senza alcuna previsione di demilitarizzazione, come ci si può aspettare che un ex membro della commissione renda note al tribunale eventuali responsabilità (e ci sono, eccome se ci sono…) dei propri ex colleghi storici? In altre parole: come è possibile che il tribunale di Brescia abbia affidato proprio a un ex membro della commissione un caso che ha a che fare proprio con la catalogazione di un'arma? Quale obiettività ed equidistanza si possono pretendere? Il conflitto di interessi è quantomeno evidente. Per non parlare del fatto che anche il direttore del Banco nazionale di prova è un ex membro storico della commissione! Sarà per quello che i richiedenti le catalogazioni sono imputati di gravi reati, e i membri della commissione invece no?
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