Alle vigilia della giornata dedicata a San Francesco d’Assisi, il wwf ha lanciato una grande campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi. Sparandola grossa naturalmente, con la "scena del crimine" milanese… Ci sono cifre: 23 miliardi di dollari l’anno il mercato nero mondiale che uccide elefanti, rinoceronti, tigri, tartarughe e aumenta il dramma della povertà in Africa, Asia e Sud America. Anche i gruppi armati e terroristici sarebbero finanziati dal traffico illegale di specie selvatiche.
Ce n'è anche per l'Italia con motivazioni francamente quanto meno discutibili. «Siamo un punto ?di passaggio soprattutto marittimo, ?di navi container di cui sappiamo poco ?il contenuto, e che spesso nascondono avorio o corni di rinoceronte», spiega Isabella Pratesi di wwf Italia (parente di Fulco, presidente onorario?). Qui invece, proprio mancano i dati, ma ci sono argomenti che fanno sempre effetto. Ecco il bracconaggio che «è opera soprattutto di individui e di piccoli gruppi». Tra le specie più colpite dal bracconaggio per il wwf ci sarebbero, dalla Sicilia al Friuli, gli uccelli migratori, che nelle prealpi bresciane e bergamasche cadono vittime di vischio e archetti per alimentare la tradizione gastronomica di “polenta e osei”, come i cervi, vengono abbattuti sia per mangiarne le carne, ?sia per sport. «Mentre sullo stretto ?di Messina l’uccisione dei rapaci ?era addirittura considerata una prova ?di virilità», ricorda Pratesi. Il bracconaggio va punito pesantemente, ma non con aneddoti o il terrorismo psicologico di facile presa del wwf.
Allo stesso modo il caso dei due orsi uccisi di recente in Abruzzo e in Trentino: per il wwf questi animali vengono colpiti perché ritenuti pericolosi per la collettività. Magari possono anche esserlo. O no? Lo stesso succede con il lupo, in un momento di forte espansione territoriale e numerica perché introdotto scriteriatamente proprio dagli animalisti. ?«È spesso percepito come un animale pericoloso, un rischio per il bestiame, ?e per questo viene ucciso per ritorsione», conclude Pratesi. Però, terrorismo del wwf a parte, a giudicare dai dati che provengono dai censimenti e dalle regioni le cose stiano migliorando per l'Italia, almeno dal punto di vista del patrimonio faunistico.