La polemica è divampata tra i banchi dei deputati di Sel, che hanno stigmatizzato la partenza, nei giorni scorsi, della nostra portaerei Cavour alla volta di 18 Paesi africani, con alcuni prodotti di eccellenza del nostro made in Italy anche nel settore della difesa. Apriti cielo: i deputati di Sel hanno presentato una interrogazione al ministro, denunciando “l'utilizzo della portaerei Cavour come spazio espositivo itinerante per la mostra dei propri prodotti da parte di alcune aziende italiane tra le quali: la Beretta, gruppo Ferretti, Blackshape, Ferrero, Federlegno Arredo, Elettronica, Intermarine, Mermec Group, Pirelli e Finmeccanica”. Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha risposto spiegando alla Camera che lo scopo della missione non è di “vendere sistemi d'arma italiani all'estero”. Tali operazioni, ha sottolineato il ministro, “avvengono sempre nel rispetto delle convenzioni internazionali, e in particolare del trattato Onu sul commercio delle armi, recepito nelle scorse settimane dal Parlamento”. “Esprimo la mia piena disponibilità al Parlamento – ha sottolineato Mauro – a rispondere nei tempi, nei modi e nei luoghi ritenuti più idonei. Ma voglio fare un accenno alla vicenda per fugare ogni dubbio in maniera inequivocabile”. Ovviamente la risposta non è bastata a Sel, che per bocca del capogruppo in commissione Esteri Artuto Scotto ha dichiarato: “Le nostre eccellenze militari faranno bella mostra di sé in Paesi dove sono in vigore regimi autoritari, e in alcuni di questi sono in corso conflitti armati. L'impegno dell'Italia dovrebbe invece andare nella direzione della pace e della diplomazia, e non privilegiare l'industria militare come strumento di politica estera. Sulla portaerei Cavour il ministro ha rimandato a risposte future e ha aggiunto che l'Italia non farà il tour dell'Africa per vendere armi. Certo, non direttamente. Ma, la pubblicità dei prodotti militari cosa produce?”.
In realtà la polemica non è nuova: già esponenti delle forze armate avevano, nel recente passato, stigmatizzato il tentativo di trasformarli in "piazzisti di armi", e non è certo un segreto che il ministero della Difesa stia cercando di promuovere verso Paesi meno industrializzati alcuni armamenti (navi e aerei in primis) obsoleti in dotazione alle nostre forze armate. Come, peraltro, fanno tutti gli altri Paesi industrializzati…