Il Tar del Veneto ha accolto con un decreto cautelare il ricorso presentato contro la Regione per quanto riguarda il calendario della stagione venatoria 2012-'13. In pratica la caccia è sospesa fino al 30 ottobre. I cacciatori sono a dir poco inferociti. «È un ricorso strumentale e infondato», sbotta Oscar Stella, presidente di Federcaccia Padova, 3.600 iscritti. «Non può assolutamente stare in piedi. Erano proprio questi i giorni buoni, con molti passaggi migratori, per noi è una rovina. Annuncio già ora che Federcaccia organizzerà una manifestazione di massa davanti alla sede del Tar a Venezia. Con questa decisione non si fa solo uno sgarro ai cacciatori, che pagano mediamente 500 euro di tasse all’anno, ma si blocca un intero sistema legato all’indotto, dalle armerie ai negozi specifici».
Stella entra sul merito del ricorso. «Sulle 24 specie migratorie che potevamo cacciare ne hanno escluse 19. Ne restano 5 per questi giorni, il tordo bottaccio e sassello, la cesena, il merlo e il colombaccio. Tre di queste passeranno solo a novembre. Quindi siamo bloccati. Il divieto in aree Sic e Zps che si cita, era già previsto nel Piano faunistico regionale».
Il ricorso, presentato da Lega Antivivisezione Lav, Wwf, Lipu, Lega Abolizione Caccia Lac e Legambiente, rappresentate dall’avvocato Valentina Stefutti, contestava la caccia a una ventina di specie di uccelli, tra i quali l’allodola, la marzaiola e la quaglia, nonché a molte specie in periodo pre-nuziale e nel periodo in cui i piccoli sono ancora dipendenti dai genitori. Per l’europarlamentare dell’Idv Andrea Zanoni si tratta di una vittoria strepitosa nei confronti dell’ingordigia dei cacciatori. Per l’assessore regionale Daniele Stival (nella foto), invece, il problema sta nella mancanza di un regolamento europeo in materia. «Chi tanto pontifica su presunte mancanze della Regione Veneto sul calendario venatorio siede da anni a Bruxelles e da anni non sembra essersi accorto, perché nulla ha fatto, che il problema, non solo del Veneto ma anche di altre Regioni come Lazio, Campania e Puglia, si trova nella cosiddetta direttiva uccelli emanata dall’Europa nella notte dei tempi».
«A noi», aggiunge Stival, «si imputa di non avere un piano di gestione per alcune specie di fauna migratoria inserite nell’elenco europeo di quelle non cacciabili in assenza di un piano di gestione. Ma questa è una grave mancanza dell’Europa, non delle singole Regioni, perché la fauna migratoria, in quanto tale, interessa numerosissimi Stati Europei e quindi, se un Piano deve esserci, questo deve essere europeo, non certo regionale e nemmeno nazionale!».
«Mi chiedo», prosegue l’assessore, «dove sono stati in tutto questo tempo gli intrepidi difensori dei nostri cacciatori, e come mai non si siano accorti di questa assurdità cercando di porvi rimedio. Comunque, noi rimaniamo convinti delle nostre ottime ragioni e sulla base di queste abbiamo già praticamente definito l’istanza di revoca della sospensiva che stiamo per depositare al Tar».