In relazione alle decisioni della commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, emersa dalle sedute del 23 e 24 marzo, negative sulla possibilità di catalogazione di armi "somiglianti a quelle militari" (articolo sul fascicolo di luglio di Armi e Tiro), l'Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam), nella persona del presidente, Nicola Perrotti, comunica quanto segue: "Ci scusiamo innanzitutto per il ritardo nel rispondere alla Vostra sollecitazione, dovuto al susseguirsi di impegni internazionali verso i quali l’industria italiana, come è noto, ha particolari doveri. Riteniamo apprezzabile che il ministero dell’Interno mostri cautela e senso di responsabilità nella garanzia della sicurezza pubblica anche con riferimento alle armi comuni da sparo. In relazione al Catalogo nazionale, pensiamo che l’attenzione dedicata ai requisiti di catalogazione dovrebbe essere spostata verso l’aderenza al criterio unico di accesso alle armi comuni da parte dei cittadini europei, sul modello descritto dall'Allegato I della Direttiva 91/477/CEE e ss.mm.ii., riservando a forze e corpi armati dello Stato solo la categoria A (Armi da fuoco proibite), e considerando tutte le altre come armi consentite".
Anpam sulle armi “somiglianti alle militari”
Ecco una nota dell’Anpam sul problema dibattuto sul fascicolo di Armi e Tiro di luglio. “Pensiamo che l’attenzione dedicata ai requisiti di catalogazione dovrebbe essere spostata verso l’aderenza al criterio unico di accesso alle armi comuni da parte dei cittadini europei, riservando a forze e corpi armati dello Stato solo la categoria A (Armi da fuoco proibite), e considerando tutte le altre come armi consentite”.