Sentenza della Ue sulla caccia in deroga in Lombardia
“Risulta necessario ordinare alla Repubblica italiana di sospendere l’applicazione dell’articolo 4 della legge regionale 24/2008 come modificata per la stagione venatoria 2009/2010”. Questa la sentenza della Corte di giustizia europea, resa nota il 10 dicembre, che si è pronunciata sulla caccia in deroga in Lombardia: “la prosecuzione della caccia alle quattro specie protette (fringuelli, peppole, pispole e frosoni) autorizzata dalla legge regionale rischia di caus…
“Risulta necessario ordinare alla Repubblica italiana di sospendere l’
applicazione dell’articolo 4 della legge regionale 24/2008 come modificata per
la stagione venatoria 2009/2010”. Questa la sentenza della Corte di giustizia
europea, resa nota il 10 dicembre, che si è pronunciata sulla caccia in deroga
in Lombardia: “la prosecuzione della caccia alle quattro specie protette
(fringuelli, peppole, pispole e frosoni) autorizzata dalla legge regionale
rischia di causare un danno grave e irreparabile al patrimonio faunistico”. La
sentenza della Corte europea è, comunque, giunta fuori tempo: l’attività
venatoria in questa stagione si è esaurita naturalmente, anche se la Regione
Lombardia autorizza i prelievi fino al 31 dicembre. «Ci dispiace come cittadini
lombardi», ha commentato la presidente regionale del Wwf, Paola Brambilla, che
ha presentato il ricorso insieme alle associazioni Lac, Lav, Legambiente, Lipu,
Enpa, Fareverde, Gaia, Amici della Terra e Gol, «perché vorremmo essere all’
eccellenza anche nell’ambito venatorio. L’esito però non poteva essere diverso:
del resto la Regione non si è attivata per ritirare il provvedimento e neppure
lo Stato ha impugnato la legge». «Le deroghe», afferma la presidente del Wwf,
«vanno emanate soltanto quando l’abbattimento degli esemplari è l’unica
alternativa ai danni causati dagli animali. Abbiamo chiesto alla Regione se da
parte di queste specie risultavano danni ma non sono stati confermati.
Purtroppo questa sentenza è il risultato di un tipo di scelte che non fanno
bene alle associazioni e agli stessi cacciatori. Prese di posizione come quelle
della Regione non vanno a vantaggio di nessuno perché si rende il quadro
giuridico incerto». Dall’altra parte della barricata ci sono i consiglieri
regionali che hanno sostenuto il provvedimento della caccia in deroga: «Ci
devono spiegare perché non convocano il tavolo della caccia in Comunità europea
in modo da chiarire queste questioni», ha sostenuto Giosuè Frosio, consigliere
regionale della Lega Nord. «Vorrei capire perché in Grecia, in Romania e in
altri Paesi dell’Est si può cacciare di tutto e per noi ci sono sentenze di
questo genere su specie che non sono in via di estinzione. Devono spiegare su
che basi si fondano queste decisioni, la Lombardia invece dispone di dati
aggiornati sulla fauna attraverso il suo osservatorio e decide di conseguenza».
Frosio ha annunciato una mobilitazione dei vertici leghisti sul tema e
aggiunge: «Ho il dubbio che dietro queste decisioni ci sia la volontà di
favorire il turismo venatorio in determinati Paesi. Se esistono delle regole
europee è giusto che vengano rispettate da tutti». Anche Carlo Saffioti,
consigliere regionale del Pdl e tra i promotori del discusso provvedimento del
Pirellone, non intende accettare passivamente il pronunciamento della Corte di
giustizia europea: «Fortunatamente il provvedimento della Corte europea arriva
quando la caccia in deroga è già esaurita. Si tratta di una sentenza sospensiva
in via precauzionale, in attesa di approfondimenti. Resta il fatto di un
atteggiamento discriminatorio dell’Unione europea che si rileva ancora di più
se si pensa a quanto avviene nei Paesi dell’Est. La nostra caccia non mette a
rischio nessuna specie». Quanto alle «contromisure» Saffioti ricorda che da
tempo è stato attivato un tavolo interprovinciale sulla caccia «che ha
approfondito temi e ottenuto risultati importati, ora vedremo di coinvolgere
parlamentari nazionali ed europei su questa sentenza europea».