Scompare l’Infs, nasce l’Irpa
Inizialmente doveva essere inserito nel decreto sull’emergenza rifiuti della Campania, mentre invece adesso rientrerà nell’articolo 30 del decreto collegato alla manovra 2009-2011. Si tratta del provvedimento che sancisce la nascita dell’Irpa, l’Istituto di ricerca per l’ambiente, destinato ad assorbire al suo interno l’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente (Apat), l’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) e l’istituto centrale per la ricerca…
Inizialmente doveva essere inserito nel decreto sull’emergenza rifiuti della
Campania, mentre invece adesso rientrerà nell’articolo 30 del decreto collegato
alla manovra 2009-2011. Si tratta del provvedimento che sancisce la nascita
dell’Irpa, l’Istituto di ricerca per l’ambiente, destinato ad assorbire al suo
interno l’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente (Apat), l’Istituto
nazionale per la fauna selvatica (Infs) e l’istituto centrale per la ricerca
scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram). Il tutto, sotto la diretta
vigilanza del ministero dell’Ambiente. Preoccupazione è stata espressa sia
dalle associazioni ambientaliste, sia dalle associazioni venatorie:
Legambiente, in particolare, ha sottolineato come l’introduzione della nuova
entità per decreto sottragga “a qualsiasi esame del Parlamento e alla
discussione delle Regioni un provvedimento che meriterebbe invece una seria e
approfondita disamina. È un modo di procedere che riteniamo inaccettabile e che
rischia, come unico effetto, l’indebolimento dell’azione ambientale”. Di pari
tenore il commento del presidente nazionale del Centro sportivo e delle
attività per l’ambiente, Marco Ciarafoni: “si tratta di una decisione grave,
unilaterale, non concertata con le associazioni, le componenti della società
civile e che andrebbe accompagnata da un ampio dibattito parlamentare. Con
questo provvedimento si rischia di mandare in fumo anni di lavoro e di perdere
competenze e professionalità preziose che hanno contribuito in questi anni alla
corretta salvaguardia dell’ecosistema del nostro Paese”. Si unisce al coro il
deputato del Pd Susanna Cenni: “l’Infs va ripensato e deve rappresentare un
istituto scientifico di garanzia super partes per Stato e Regioni. Necessita
quindi di investimenti adeguati per supportarne al meglio progetti e attività.
Per rendere efficace il suo ruolo di riferimento autonomo e indipendente a
supporto della ricerca e della gestione del patrimonio faunistico non può
quindi dipendere dal ministero dell’Ambiente”.