Le associazioni si sparano addosso
Queste elezioni rischiano di fare davvero male alla caccia. Un po’ perché da destra e da sinistra si è cavalcato troppo e male il problema del virus H5N1, con l’unico risultato di far preoccupare tutti. Basteranno le iniziative a difesa della caccia prospettate da Federcaccia? Meglio di niente, ma un opuscolo informativo e un francobollo per raccogliere fondi valgono molto meno, dal punto di vista mediatico, di un cigno morto per qualsiasi motivo in mezzo a un campo. …
Queste elezioni rischiano di fare davvero male alla caccia. Un po’ perché da
destra e da sinistra si è cavalcato troppo e male il problema del virus H5N1,
con l’unico risultato di far preoccupare tutti. Basteranno le iniziative a
difesa della caccia prospettate da Federcaccia? Meglio di niente, ma un
opuscolo informativo e un francobollo per raccogliere fondi valgono molto meno,
dal punto di vista mediatico, di un cigno morto per qualsiasi motivo in mezzo a
un campo. A proposito: quanti erano quelli morti per il virus? E gli altri?
Morte naturale o cos’altro?
E poi si sono create spaccature difficilmente rimarginabili nell’
associazionismo venatorio: Arcicaccia si è espressa con il consueto spirito
censorio e sprezzante che l’ha allontanata da tutti, Federcaccia sembra
ripiegata su se stessa, impegnata in un’operazione tesseramento che sta
rivelando lati oscuri e a respingere dissidi interni. Italcaccia ha dovuto
digerire il boccone avvelenato di Progetto Natura: il partito presentato da
Mino Cantelli e Massimo Silvani di Caccia pesca ambiente è stato impallinato
quando sembrava aver ottenuto “udienza” da Silvio Berlusconi (facendo inserire
nel programma alcune note riguardo all’esigenza di modernizzare la legge sulla
caccia). Non si può: la caccia deve essere trasversale, deve guardare a destra
e a sinistra, anche se poi piglia mazzate sia da destra sia da sinistra.
Possibile che un po’ di unità si sia trovata soltanto per impedire il
riconoscimento di Confavi quale associazione venatoria nazionale? Per carità,
giustificatissimo e giustificabilissimo, ma viene il dubbio che dietro ci siano
altri motivi, ruggini politiche recenti e sedimentate nel tempo. Si deve uscire
da tutto questo: come abbiamo già avuto modo di scrivere, la caccia vera è da
tutt’altra parte. Negli Atc, nelle provincie, dove di gestione non si parla
soltanto, ma la si applica davvero.