La Face fa il punto sull’influenza aviaria
Dalla riunione del gruppo Ornis in sede europea per definire il punto sull’influenza aviaria sono emerse alcune considerazioni interessanti. In particolare, il segretario generale della Face (Federazione delle associazioni dei cacciatori europei), Yves Lecocq, ha stigmatizzato le proposte restrittive in materia venatoria avanzate nelle scorse settimane, argomentando che le motivazioni sarebbero squisitamente politiche e prive di ragioni scientifiche che identifichino…
Dalla riunione del gruppo Ornis in sede europea per definire il punto
sull’influenza aviaria sono emerse alcune considerazioni interessanti. In
particolare, il segretario generale della Face (Federazione delle associazioni
dei cacciatori europei), Yves Lecocq, ha stigmatizzato le proposte restrittive
in materia venatoria avanzate nelle scorse settimane, argomentando che le
motivazioni sarebbero squisitamente politiche e prive di ragioni scientifiche
che identifichino nella caccia una qualsiasi responsabilità nella diffusione
del virus. Lecocq ha aggiunto che sarebbe illusorio credere che la sospensione
o limitazione della caccia possa, di colpo, interferire sullo stazionamento o
sulla migrazione dell’avifauna. Per contro, lo stop all’attività venatoria
porterebbe a un anomalo aumento delle popolazioni di volatili e alla formazione
di concentrazioni e sovrappopolazioni, facendo mancare per contro l’attività di
monitoraggio e raccolta dei campioni che i cacciatori hanno posto in essere.
Charlotte Dunoyer, veterinario consulente della federazione francese dei
cacciatori, ha posto l’accento sull’inesistenza di rischi di trasmissione del
virus dagli uccelli acquatici ai richiami vivi e viceversa, auspicando la
revoca dei provvedimenti di divieto.