Sulla pelle dell’orso
Anna Finocchi, Danilo MussiEdizioni Il Sommolago270 pagine17,50 euroUn volume sicuramente curioso, dettagliato, nel quale documenti e memoria si amalgamano per raccontare la storia di un’epoca e di una passione. Il periodo è quello del XIX secolo, l’orso è il “nemico” da cacciare per mantenere “sicuro” il proprio habitat e preservare le coltivazioni. Per l’orso, nelle comunit montane, c’era infatti una paura atavica, trasmessa di generazione in generaz…
Anna Finocchi, Danilo Mussi
Edizioni Il Sommolago
270 pagine
17,50 euro
Un volume sicuramente curioso, dettagliato, nel quale documenti e memoria si
amalgamano per raccontare la storia di un’epoca e di una passione. Il periodo è
quello del XIX secolo, l’orso è il “nemico” da cacciare per mantenere “sicuro”
il proprio habitat e preservare le coltivazioni. Per l’orso, nelle comunit
montane, c’era infatti una paura atavica, trasmessa di generazione in
generazione, alimentata da leggende antiche. Introdotto da un contributo di
Mario Rigoni Stern, questo libro racconta la caccia nei documenti del passato e
nelle memorie ottocentesche di Luigi Fantoma che, in virtù delle sue abilità
venatorie, divenne “Re” della Val Genova. Fantoma nacque a Strembo, in Val
Rendena, il 19 aprile 1819. “La pa sione della caccia , racconta nel libro era
in lui innata in quanto fin da bam bino rubava di nascosto la polvere da sparo
al padre e la faceva scoppiare solo per sentirne il fragore. Da ragazzo imparò
anche a prendere nottetempo il fucile del padre per andare a cacciare tassi,
lepri e volatili notturni che diceva poi di aver catturato coi lacci. Restò
orfano di padre a 14 anni e iniziò a lavorare come boscaiolo in Val Genova. È
in questo frangente che uccide per la prima volta tre orsi, una femmina di vent’
anni, un maschio di 13 e un’orsacchiotta di soli due anni. Il consigliere
distrettuale, ove si presentò per riscuotere la taglia, restò talmente
impressionato della cattura e della sua giovane età che volle fargli dono di
una baionetta, he il Fantoma a allora portò mpre sulla nna del fucile n
orgoglio ed vidia degli altri ciatori. racconta la ia, ma anche biente, in
questo volume che si snoda soprattutto sull’Adamello e il Brenta: l’intento è
quello di mostrare come il concetto di caccia sia mutato nel corso dei secoli,
nella legislazione e nella pratica, corrispondendo a una crescita civile, a un
corretto rapporto fra uomo e animale. Un lavoro certosino di raccolta dati,
tanti ricordi autografi e una ricca documentazione fotografica corredano un
testo unico, realizzato anche grazie all’attivo sostegno del circolo Ars
Venandi.