Sulle critiche sollevate da molti riguardo l’evento dei Jova Beach party è stato scritto molto e non cominceremo, essendo stati anche noi tra i detrattori, a riproporre tutto ciò che abbiamo già denunciato. Ma ci preme far risaltare una cosa. Che forse è stata poco notata. O meglio, si è fatto finta di non notare. Nel frattempo ricordiamo però che, dopo la santificazione delle manifestazioni da parte del Wwf, sono insorte tutte le altre associazioni creando un caos ambientalista mai visto prima, che ha portato addirittura alla chiusura di sedi locali del suddetto Wwf, per protesta, come quella di Fermo nelle Marche. A tale protesta si è aggiunta anche quella del noto geologo e divulgatore Mario Tozzi, della quale vi abbiamo dato conto qualche giorno fa. Tozzi ha scritto una lettera aperta, molto “Sapiens” (come si intitola il suo programma televisivo), a Jovanotti, con un tono non certo aggressivo e sprezzante con il quale solitamente si rivolge a caccia e cacciatori. Anzi, con parole molto concilianti, come un padre saggio che si rivolge al suo bambino, temendo però che si stranisca e magari cominci a battere i piedi e a frignare. Alla fine del suo scritto, ha concluso che si sarebbero spiegati meglio davanti a una birra insieme, invito che il cantante ha accolto con piacere. Potere della scienza! Ad ambedue però vorremmo ricordare una cosa: continuare a riproporre la storia dell’approvazione del Wwf nei confronti dei Jova Beach party, non garantisce né autorizza un fico secco. Il Wwf, come già spiegato da altri, non è un ente statale o un’autorità scientifica riconosciuta. Si tratta di un’associazione privata, un club, senza alcuna valenza di autorizzare o proibire un bel nulla. Come se si dovessero effettuare piani di contenimento della fauna e si chiedesse il parere dell’onorevole Brambilla. Che ha tutto il diritto di proteggere chi crede, ma non di legiferare in tal senso. O come se, nel caso di un epidemia, si chiedesse cosa fare alle sedi della Caritas e non all’Istituto Superiore di Sanità. Se c’è qualcuno a cui tutti e due dovrebbero fare attenzione sono i pareri vincolanti dell’Ispra, quello sì ente dello Stato, unico autorizzato a riconoscere validità e compatibilità di tutto ciò che si muove, ambientalmente parlando, sul suolo nazionale. Il quale Ispra oltretutto, aveva già evidenziato e disapprovato gli eventi in questione (già nel 2019), così come organizzati o, meglio, nei luoghi dove sono stati organizzati, con particolare riferimento alle specie a rischio.
Quindi Jovanotti, che nonostante la nostra età ci è sempre piaciuto molto, creatore di brani stupendi, grande artista e soprattutto grande manager di se stesso e trascinatore di folle di giovani e meno giovani, la prossima volta invece di pestare i piedi come un fanciullo capriccioso, riporti le sue schiere in ambienti più consoni, più adatti a manifestazioni di così grandi masse. Ascoltando chi ha il compito istituzionale di determinare cosa sia congruo e cosa non lo sia.